giovedì 18 ottobre 2012

The Shell Project!!!

The Shell  project live @ Tupa Ruja!!!!
Condividete bastardi!!!!!!!



martedì 1 maggio 2012

Anch' io ho paura di Grillo!!!!!

Tutto questo rumore  mi ha svegliato, mentre riposavo  in  pace senza  scrivere una riga che  non fosse un commento su facebook o una mail di protesta alla società del gas.
Da settimane  continuo  ad  avere notizie  su Grillo e  i suoi comizi, e  non  perchè sia un assiduo frequentatore  del suo blog, bensì perchè leggo i giornali, e  dopo lo sciagurato incidente motociclistico di Belen Rodriguez, il mito Grillico ha spesso uno spazio sulla home page dei quotidiani nazionali. Dagli editoriali sul Corsera ( Aldo grasso , G. Sartori ) a quelli de "La Stampa" e di Ferrara ( bellissimo pezzo peraltro ) sul suo Foglio, dalla  trasmissione di Formigli, agli stralci sparsi sulle  varie reti ( persino Fiorello! ) . Grillo, ad una manciata di giorni dalle amministrative si tira dietro un intero sistema che gli da contro: i  politici lo sminuiscono, lui li ribattezza con turpi appellativi, i giornali lo bastonano, lui tempesta il web coi suoi messaggi. Grillo è l'antipolitica, è il male, è peggio della crisi e più fastidioso  dell' aumento della benzina. E  poi sputa quando  parla. Una tale unanimità di voci tra stampa e tv  non si verificava dai tempi bui del Min.cul.pop. ,mentre non v'è umana memoria di  una convergenza  d'opinioni tale da parte delle forze politiche : tutti contro Grillo e Grillo contro tutti.
Grillo come  una profezia maya, come  il 12 dicembre 2012, di cui si fa un gran  parlare e  si cerca di scongiurarlo pur vivendo nell'era della scienza, allo stesso modo la politica che alza lo scudo contro ciò che definisce " antipolitica ", come se Darwin avesse paura dei fantasmi.
Nell'era in cui tutto diventa scienza, anche la comunicazione, in un sistema sorretto economicamente dalla pubblicità siamo veramente sicuri che questo polverone contro il comico genovese produca gli effetti desiderati? Desiderati da chi poi ? Salvatori dell' umana specie se ne ricordano pochi se non si arriva perfino a dubitare delle loro opere o della loro esistenza storica, faccio perciò fatica a pensare che la politica  o il sistema  mediatico voglia  preservarmi dallo Tsunami Grillo.
Il politico è ontologicamente demagogo e populista, ammalia le folle con promesse e  progetti per i quali non può farsi garante, se non a parole, della loro concreta attuazione ( con apici tragicomici come il "contratto con gli italiani " ), perciò dislocare Grillo agli antipodi della politica per quanto concerne  i suoi modi mi pare come tirarsi  la zappa sui piedi. 
Nel suo programma di una quindicina  di pagine  Grillo porta avanti un 'idea di politica differente  da quella a noi nota, con una partecipazione attiva e  una conseguente  assunzione di responsabilità da  parte del singolo cittadino, un ridimensionamento dell'abisso che c'è tra la classe politica e la popolazione, e  il lungimirante tentativo di levare l'oceano di interessi economici che imbrigliano  la politica e  i  suoi esponenti sia  a da destra a sinistra. Parla di un nuovo modo di concepire le nostre esigenze e di come (ri)  utilizzare  l'energia con  un occhio di riguardo verso l'ambiente. 
Non vorrei scadere  in un'apologia del movimento a 5 stelle, ma  per  quanto  i punti del  fantasioso programma  possano essere opinabili, di difficile attuazione o quant' altro, quel  che  emerge  è che la politica  non ha alcuna intenzione  di ridiscutere concretamente la  sua organizzazione e le sue modalità di operare.  Grillo spaventa perchè prova  a far crollare il sistema senza  passare all' interno delle sue strutture consolidate, combattendo i mass media con internet ,  e cercando  di venire  incontro alla popolazione "analogica", su cui appunto carta stampata e televisione spingono maggiormente,  ripetendo fino alla nausa il suo spettacolo pseudo comico anche nei piccoli centri urbani, girando  l'Italia  a brodo del suo camper.
Si  ha paura di Grillo, o degli italiani ?  L' indignazione che potrebbe  portare  ad un gran successo del comico genovese provocherebbe  più danno alla nazione o al sistema politico attuale ? E' mai possibile che  le sparate di un comico possano essere  più convincenti di chi la politica la fa per professione ?

Tizeta

venerdì 16 marzo 2012

Bangladance.


Dicono che questa crisi continuerà ancora a lungo. I più pessimisti credono che non ci sarà mai una ripresa, che si è andati troppo oltre. Bisogna prepararsi al peggio, dicono.

L'insoddisfazione non piace a nessuno ma si fa sempre ascoltare.

Qualche giorno fa sono andato ad una manifestazione bangladese, un migliaio di persone stipate in un teatro. Decisamente troppe penso, e non è il solo indizio che mi fa sentire fuori posto.
Comunque sono li con un amico, il motivo della mia presenza è la mia chitarra che serve ad un ragazzo arrivato a Milano da appena tre mesi. Suonerà tre canzoni qualche ora dopo, stracciato d'hashish e d'alcool.
Mi presentano i loro amici e altre decine di persone che conoscono. Secondo me nel dubbio salutano chiunque passi (lui è James!), tanto di sicuro sono amici del fratello oppure dell'amico.
L. non parla una parola di italiano, e faccio fatica pure a capire il suo inglese, che tira fuori raramente e praticamente solo per ringraziarmi di avergli portato una chitarra.
Mi annoio un po', bevo e controllo il cellulare ogni sei secondi. I pianeti in congiunzione sono la meta preferita del mio sguardo. E dio, ho una gran voglia di fumare. Non perché i miei nuovi amici si ammazzano di canne, non fumo più da tanto; molto semplicemente è un periodo che fumare non mi dà alcuna soddisfazione. Fumerei un pacchetto ogni 4 ore.
Mi rifugio con M. all'interno del teatro, nel “backstage” dove perdiamo il musicista suo amico. Parliamo per un po', e senza accorgerci veniamo circondati da numerose ballerine. La serata sembrerebbe girare al meglio, in realtà ce ne saranno state due forse tre carine e non sono in vena di conquiste internazionali.
Spengo l'ennesima sigaretta e inizia lo spettacolo. L'impianto non è malaccio ma è sottodimensionato, i cantanti urlano dentro i microfoni e al fortissimo rumore della sala si aggiunge quello degli artisti.
Tutti cantano queste canzoni sconosciute, urlano e sui lati i ragazzi ballano tra loro infischiandosene della penuria di donne. Mi trovo a fissare una ballerina, così ripetitiva, ammiccante, ipnotica nei movimenti delle braccia e delle mani.
Lascio il caldo umido e speziato della sala ed esco a fumare, ho in mente “A song for the lovers” di Richard Ashcroft, da “Alone with Everybody”. Non trovo più Venere e Giove nel poco cielo disponibile tra gli edifici, forse ho sbagliato uscita... mi è sempre piaciuto il titolo di quell'album.
Dopo altre esibizioni strazianti, ballerine che tentano di essere provocanti, è il turno del nostro amico che suona canzoni a me sconosciute, ma che hanno grande presa sul pubblico presente che canta, urla incita e chiede altro ancora. La resa è pessima, ma vabeh, chi sono io per giudicare.
Ho voglia di recuperare la chitarra, e proseguire la mia serata altrove. L. avrebbe dovuto suonare ancora ma io ho degli impegni e non posso restare.
Trascino con me M. che mi ha confessa di non amare questo genere di cose, è li solo per il suo grande amico. Mi racconta di aver chiesto lo strumento a tanti suoi conterranei, ma nessuno si era mostrato generoso. Capisco ora la gratitudine di L.
Andiamo in un altro locale per organizzare una futura serata e recuperare la strumentazione lasciata li dal mio socio, mi serve per poter registrare a casa.
Siamo un po sbronzi, ma non abbastanza per non comprare delle altre birre, bere un cocktail porcheria che ha preso M. (qualcosa tipo Vodkatonicmidori) e tornare a casa e fare razzia della scorta di alcolici che tengo sempre per le emergenze (sono in guerra dal 1998).
Giochiamo a poker, e nonostante sia scarso negli heads-up vinco pure.
Faccio sentire al mio amico del giorno le ultime cose registrate e un po' di canzoni che ormai non suono più. È molto tardi, M. va a casa dopo un'ultima sigaretta mentre propone cose che non faremo mai.
Provo ancora a scrivere una canzone per te, quella giusta, onesta, che funziona. Che ostinazione, che cieca fiducia! In tanti anni non è mai successo... anche stavolta qualcosa non va, qualche parola e qualche accordo mi illudono per un po', saranno frammenti da recuperare al risveglio.

sabato 7 gennaio 2012

Novità 2012: bookspot Frammenti di follia quotidiana.



Spot realizzato da Diego Tinelli e BooksLife.


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