martedì 25 maggio 2010

Culture club.

In principio fu don AbBondi. Uomo mite, timoroso, asservito. Poi la trasformazione; insofferenza, mancanza di rispetto, maleducazione, fino ad arrivare alla violenza verbale e financo fisica (tentata nei confronti di Donadi). La trasformazione è completa: oggi abbiamo Bo(nd)y George...!




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lunedì 24 maggio 2010

La spernacchiata celtica - Sottotitolo: chi di "fuori dai coglioni" ferisce, di "fuori dai coglioni" perisce.

Leghisti come clandestini. In Italia. Leghisti trattati come bingo-bongo musulmani. Uno shock, un trauma che, come tutti i colpi ricevuti improvvisamente (magari sotto la cintura), lascia interdetti. I leghisti, celtici, che considerano feccia tutto ciò che sta al di sotto, geograficamente, di loro (ignorando, sempre geograficamente, che la Lega Nord potrebbe essere considerata, che so dall'Austria, una Lega Sud, giacché la Terra ha forma sferica) si sono ritrovati, forse per la prima volta, dall'altra parte. Invece di essere loro a gridare "fuori 'qualcuno' da...", sono stati l'oggetto della stessa frase, quel 'qualcuno'. Fuori LA LEGA da. Tutto ciò è avvenuto nel pieno centro di Cagliari, ieri sera: la Lega presentava la Lega Nord Sardinia in appoggio ad un candidato "ribelle" del centrodestra, mandando in avanscoperta uno dei suoi elementi di spicco, peraltro recentemente trombato come candidato sindaco nel comune di Lecco, Roberto Castelli. Oppure, per dirla come piacerebbe a loro, preso a calci nel culo in terra natìa, dai suoi conterranei. Il progetto, la Lega Nord Sardinia, appariva ardito, ambizioso: tentare di conferire alla Sardegna uno spessore "celtico", indipendente dal resto dell'Italia, come la Padania. Un progetto di conquista incoraggiato dal boom leghista degli ultimi anni, e dalla risaputa "conquistabilità" dell'Isola. Dopo i Fenici, i Romani, gli Spagnoli, i Vip Cafoni, ecco i Leghisti. Al grido di "ve famo vedè come se fà" sono sbarcati nel capoluogo sardo, convinti forse di trovare folle messianiche in camicia verde, pronte a rendersi succursale del nord padano, e soprattutto disposte a bersi la favoletta del federalismo fiscale, on the rocks. Invece qualcosa è andato di traverso, da subito. Ad attendere gli ambiziosi leghisti non c'erano le folle (foto sopra), nè le camicie verdi; poche decine di persone, tutto qui. Avranno pensato: "questi meridionali sono sempre in ritardo, chi non fa un cazzo tutto il giorno non ha rispetto della puntualità". In realtà la folla, puntuale, è arrivata. Poco meno di quattrocento persone. Contestatori, che hanno cominciato a fischiare sonoramente, intonando il coro "Fuori la Lega dalla Sardegna" che risuonava liberatorio come il "pooooo popopopo poooooo" dei mondiali 2006 (canzone di ottimo livello inopinatamente rovinata dal tifo calcistico). Dopodiché sono cominciati gli insulti, gli sputi, e anche qualche lancio di oggetti. Poco democratico, lo so, però come direbbero a Roma Ladrona "quanno ce vò, ce vò"! E poi, ultimamente, la democrazia si esprime anche con parole e inviti poco carini... Castelli ha provato a spiegare che il federalismo alla Sardegna farebbe proprio bene, ma se non l'hanno ascoltato a Lecco, figuriamoci a Cagliari. Massidda, il candidato ribelle, ha provato a stemperare i toni, senza riuscirci; e quindi ha sibilato sul microfono "il dissenso mettetevelo nel culo". E allora tu, caro Massidda, nel culo mettiti una bandiera verde-lega. Asta compresa, mi pare ovvio! Il comizio è stato annullato frettolosamente, e Castelli se n'è tornato nella sua amata Padania, forse a spolverare la sua collezione di ampolle del Po. Massidda è rimasto (purtroppo lui era già qui), parlando di "pagina vergognosa" e del fatto che non s'è voluto nemmeno ascoltare quello che la Lega Nord Sardinia aveva da dire. Oh ma che bello: la Lega Nord grida, strepita, e con le orecchie ben tappate si guarda bene dall'ascoltare, però quando il suo grido e il suo strepitio non è sufficiente, allora pretende il diritto di essere ascoltata. Confesso che lì, ieri sera, avrei voluto esserci: per vedere le facce dei Leghisti che, all'improvviso, si vedevano come riflessi in uno specchio: minoranza a cui viene detto di andar via, in malo modo. Per una sera, forse, si sono sentiti rumeni, negribingobongo, musulmani, cinesi etc etc. Si è parlato di "pagina più vergognosa nella storia della Sardegna", ma a me tutto ciò è parso molto meno vergognoso di altri gesti, tipo, pesco a caso, portare un maiale a espletare i suoi bisogni nel terreno di una futura moschea. La serata si è conclusa con un falò di bandiere leghiste. E anche qui non ci vedo nulla di scandaloso: scene da paese medio orientale, è vero, ma non si può non riconoscere che l'Italia sta assomigliando sempre più pericolosamente ad un sultanato...

Video







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giovedì 20 maggio 2010

Sorridono soltanto i fessi.

Saranno i soldi sottratti al Sulcis, una delle zone più depresse della Sardegna, a far disputare le regate del Louis Vuitton Trophy alla Maddalena. È l'ultima beffa che va in scena sull'isola, già messa a dura prova dallo scandalo G8 e dall'abbandono delle strutture costruite per ospitare i Grandi della terra. E non è la sola: mentre gli edifici dell'ex Arsenale vengono tirati a lucido per l'evento in programma da sabato al 6 giugno, a poche centinaia di metri un'altra eredità del mancato G8 langue nella desolazione. È l'albergo a cinque stelle realizzato nell'ex ospedale militare, ancora abbandonato a se stesso e circondato da erbacce. L'intervento qualche tempo fa della Corte dei conti secondo la quale una gara di vela non può essere considerata un'emergenza, e un grande evento, dunque non può essere affidata alla Protezione civile. Così, su disposizione del governo, l'organizzazione della Louis Vuitton è passata alla Regione. Fuori Bertolaso, dentro Ugo Cappellacci. Svolta automatica anche nella gestione economica. Perché uno dei problemi più difficili da risolvere è stato quello dei finanziamenti. Il costo della manifestazione, secondo il preventivo originale, era di 4 milioni di euro. Di questi - diceva l'ordinanza firmata dal premier Berlusconi - 3 milioni e 750mila li avrebbe messi lo Stato attraverso il fondo della Protezione civile "appositamente integrato dal ministero dell'Economia e delle Finanze", mentre i restanti 250mila li avrebbe sborsati la Regione Sardegna. Poi è arrivata la Corte dei conti: una regata non è una catastrofe. I magistrati contabili hanno tagliato di 2 milioni e 300mila euro il contributo statale all'evento, ingarbugliando i piani del governo. Che per rispettare gli impegni presi ha dovuto escogitare un sistema che adesso non mancherà di causare polemiche: i soldi che servono - ha stabilito Berlusconi - verranno presi in "prestito" da quelli riservati alla bonifica del Sulcis, una delle zone più depresse della Sardegna, per la quale esiste un fondo pluriennale finanziato principalmente dall'Europa (ma anche dallo Stato italiano e dalla Sardegna) di oltre 20 milioni di euro.

Fonte Repubblica.

Insomma, a poco più di un anno dalla vittoria elettorale, scandita dalla promessa "La Sardegna torna a sorridere", a sorridere sono soltanto i fessi. Per tutti gli altri preoccupazione: un governo regionale maldestro, per non dire incapace, e "arraffone". E un unico comune denominatore: il vento. Che serve per le regate, e serve per l'eolico, e da cinque giorni sta affliggendo l'isola inesorabilmente. Continuerà a soffiare fino a spazzar via il governator Testa di Legno...?

PS: l'immagine l'ho presa dal blog di icynoise, sempre ispirato!


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mercoledì 19 maggio 2010

Arriva la Lega Nord Sardinia: che imbarazzo...

Domenica 23 maggio, in piazza costituzione a Cagliari, è previsto un comizio di Umberto Bossi: verrà per fare campagna elettorale per la Lega Nord Sardinia, lista che appoggia la candidatura di Piergiorgio Massidda alla presidenza della provincia. E qui è proprio il caso di dire: ci mancava soltanto questa. O, ancora meglio, ci mancavano soltanto loro... Insieme a Bossi, al comizio interverrà anche Roberto Cota, governatore del Piemonte. Cosa lo spinge dal Piemonte fino a qui? Chissà, forse è diventato una sorta di talismano, di porta fortuna della Lega, dopo l'inspiegabile, anche per loro stessi, vittoria in Piemonte. O magari la Lega ha in mente, in vista dei festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia (e non della Repubblica, come ha affermato Berlusconi...) il ritorno al regno sardo-piemontese. E direi che non ci andiamo lontano...

Gli ultimi arrivati (purtroppo qui non siamo al Nord...) portano il loro messaggio: "i Sardi non sono meridionali, in Sardegna non c'è la mafia, la Lega porta il metodo amministrativo della responsabilità, del bastare a se stessi". Ormai appare chiaro a tutti che in questa bistrattata regione tutto ciò che serve è un piffero. E qualcuno che ci soffi dentro, naturalmente. Lo dimostra ampiamente la testa di legno che ci ritroviamo come governatore. Però, serve comunque una piccola analisi. Essendo, ormai, i leghisti maestri del calcolo politico (in Italia, ovviamente!), viene da chiedersi come mai abbiano deciso di spingersi così a sud; la risposta potrebbe essere semplice: dai loro calcoli è risultato che il ritorno elettorale di questa discesa in campo potrebbe avere numeri sostanziosi. Il che, all'imbarazzo di avere la Lega Nord in Sardegna, aggiunge anche preoccupazione. Numeri sostanziosi che derivano dal consueto modo di fare "politica" della Lega: ovvero la semina di paura, e la favoletta dell' "essere radicati nel territorio", che non vedo però come possa essere raccontata qui. In più, fattore che secondo me sta diventando determinante, la moda. Esatto, la Lega Nord sta dilagando in Italia come una moda. Non c'è da stupirsi, una volta constatato il bassissimo livello culturale di questo Paese. La Lega Nord è l'ultimo grido (in tutti i sensi...) in fatto di politica, e non essere leghisti oggi significa essere fuori moda. Un po' come portare pantaloni di velluto invece dei jeans strappati a fine anni '70. Io, che vivo in un posto che sta a Cagliari come Harlem sta a New York (per chi non avesse capito: fortissima presenza di neri) non sento alcun bisogno della Lega e dei suoi principi incivili. E mi auguro che tanti altri miei conterranei non ne sentano il bisogno. Anche se non ci credo, non possiamo correre il rischio di non essere alla moda... Un piccolissimo aspetto positivo però potrebbe esserci: la Lega Nord Sardinia sosterrà alle prossime provinciali, qui a Cagliari, un candidato di centrodestra che però si schiera anche contro il candidato del Pdl. E questo, secondo me, mostra che non è la Lega ad essere un fedele alleato di Berlusconi, ma esattamente il contrario.
Chiudendo: finché non saremo leghisti, noi sardi siamo un popolo civile e accogliamo tutti, comunitari e non, con un benvenuto. E così facciamo anche con la Lega Nord, e il nostro benvenuto va in particolare a Roberto Calderoli, ministro, dentista e critico cinematografico...





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martedì 18 maggio 2010

Charles Rossella personal coiffeur!

Carlo Rossella, attuale presidente di Medusa Film, ex direttore di TG1 e TG5, ma soprattutto un uomo imbarazzante. E ieri ne ha dato ennesima dimostrazione nella trasmissione Otto e mezzo, in cui era ospite insieme a Sabina Guzzanti. Alle varie competenze (?) aggiunge quella di parrucchiere (nell'ambiente è noto, appunto, come Charles), specializzato in colorazioni ed extension. Un uomo imbarazzante, dicevo, ma non a causa del confronto con la Guzzanti. Imbarazzante e basta, a prescindere; non mi capacito di come, all'interno dell'entourage di Berlusconi, gli venga consentito di parlare ed esprimersi in pubblico. Andrebbe rinchiuso in una stanzetta soltanto per evitare che faccia danni! Ma tant'è, questo è il Bel Paese, per cui eccovi Rossella in tutto il suo splendore... Mi raccomando il finale della terza parte, in cui nemmeno la Guzzanti e Lilli Gruber riescono a trattenere le risate di fronte all'assurdità di un'affermazione del Coiffeur personale del Presidente del Consiglio!







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sabato 15 maggio 2010

D I M I S S I O N I !

Per la seconda volta chiediamo le dimissioni IMMEDIATE di Ugo Cappellacci, governatore della Sardegna, iscritto dalla Procura di Roma nel registro degli indagati per gli appalti dell'eolico, con l'accusa di CORRUZIONE e abuso d'ufficio. Stando anche alle parole del Presidente del Consiglio, nonché burattinaio di Cappellacci stesso, ovvero "chi sbaglia deve pagare", ci aspettiamo dimissioni istantanee, in modo da poter chiarire la sua posizione davanti ai giudici senza influire negativamente sui lavori, già parecchio rallentati, del consiglio regionale sardo. Maggiori informazioni QUI.



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giovedì 13 maggio 2010

Vivi e lascia morire!

Live and let die, in english. I più competenti avranno già intuito in quale argomento mi sto addentrando. La leggenda delle leggende, più di Robin Hood e del mostro di Lochness, addirittura più delle tanto acclamate e leggendarie "riforme" che ciondolano come ectoplasmi nel parlamento italiano senza concretizzarsi mai! Pure Godot, nel frattempo, è arrivato... Stop alle divagazioni, ritorniamo alla leggenda delle leggende, che dal lontano 1966 tiene il pianeta col fiato sospeso: la leggenda di un uomo famosissimo, morto, e sostituito da un sosia perfettamente identico! Paul is dead! Analisi, confronti, nuove rivelazioni: un frullato di ingredienti che alimenta ipotesi, viaggi ricchi di suggestioni, ritornelli ipnotici, anche alla rovescia, e un sacco di elementi tipici di un thriller. Il Paul della leggenda è Paul McCartney, numero due dei Beatles ma numero uno delle tinte per capelli, il quale sarebbe morto, sempre secondo la leggenda, in una fredda nottata del novembre '66 in un incidente stradale. Una macchina si scontra contro un tir, o un camion. La targa di quella macchina poteva ricondurre a McCartney? Non si sa. Il conducente dell'auto non solo muore sul colpo, ma finisce pure decapitato. Può bastare? No, perchè la testa non sarà mai ritrovata. Che bella scenetta macabra! Voci che collegano questo incidente a Paul, cominciano a sorgere soltanto due anni dopo, nel 1968, rivelate ad una radio americana da un ascoltatore di cui non si ricorda neppure con esattezza il nome. Era un testimone dell'incidente? Era il conducente del camion? Era un agente che aveva svolto le rilevazioni sul posto? No, era uno che aveva ascoltato i dischi dei Fab Four al contrario e aveva minuziosamente scandagliato le copertine degli stessi. I più competenti di cui sopra avranno già fatto mente locale tra canzoni e copertine dei dischi (dalla grancassa della batteria della band del sergente Pepe, fino ad Abbey Road, arrivandoci però soltanto attraverso un viaggio Magical e Mystery...); tanti segnali, più o meno criptici, più o meno interpretabili, più o meno puramente casuali. Da allora, in definitiva, esistono due Paul: quello morto decapitato nel presunto incidente e quello che si spaccia per l'originale da oltre quarant'anni. Fior fior di esperti si sono lanciati nell'analisi dei due Paul, confrontando foto: una del 1961 e una del 1974, una del 1961 e una del 1987, una del 1961 e una del 2009, e tutti sono arrivati alla stessa conclusione: quello della foto del 1961 è molto diverso da tutti gli altri. Maddai?! Sul serio?! Pure io, se vedessi una mia foto di tre anni fa direi "sono molto diverso", figuriamoci quando gli anni sono in doppia cifra! Si può zompare a piè pari questo punto: basta confrontare una foto dell'ottobre 1966 e una del dicembre dello stesso anno, non penso ci fosse penuria di fotografie di uno dei personaggi più famosi dell'epoca e non solo...! Ma sbizzarriamoci: nelle due facce, dei due presunti Paul, a confronto quasi nulla è uguale; le orecchie sono differenti, gli zigomi, la distanza degli occhi, la mandibola, addirittura le arcate dei denti non coincidono! Non vi basta? Sostanziali e nette differenze ci sono pure nella calligrafia, tant'è che l'esperto giunge alla seguente conclusione: queste due calligrafie POTREBBERO ANCHE essere di due persone diverse. Ciò significa che POTREBBERO ANCHE essere della stessa persona! Gli spazi per altre ipotesi fantasiose si allargano: in realtà esistono due diversi Paul, che si scambiano i ruoli per confondere le acque e alimentare le suggestioni. Che so, uno rilascia un'intervista un giorno dicendo: "La canzone più bella che ho scritto è Honey pie", e l'altro il giorno dopo potrebbe dire: "Non è vero, non l'ho mai detto". In Italia uno che fa qualcosa di simile, ricoprendo però entrambi i ruoli, c'è già... Razionalità questa sconosciuta: che cos'è Paul McCartney? Un bassista. E poi? Un cantante. E qual è la caratteristica che differenza i cantanti? La voce, esatto. Nessun sedicente esperto ha analizzato in quasi cinquantanni la voce dei due McCartney. Il che porta al verificarsi di una situazione unica nella storia dell'umanità: due persone completamente identiche, con due voci completamente identiche! O meglio, due persone identiche con la stessa, identica, voce...
Una delle poche cose certe è che Paul, oppure lui e il suo sosia, o ancora lui e la batteria al completo dei suoi sosia, si divertono un mondo con questa storia, dando fra l'altro lavoro a persone dalle più disparate (in)competenze che altrimenti si girerebbero i pollici tutto il giorno. Questa leggenda avvolta nel mistero è stata riportata in Italia da Voyager, programma tv che fa dello spararla più grossa possibile la sua cifra stilistica. Dire una semplice cazzata non basta, la devi rendere inverosimile! Come? Tramite l'esistenza di una figlia illegittima, nata in Germania nei primissimi anni '60, di nome Bettina (nome molto più adatto all'ipotetica figlia illegittima della figura di un grande statista. Con la speranza che poi, se mai fosse stata riconosciuta come tale, non diventasse patetica e incline al piagnisteo come la figlia legittima della figura del grande statista che si va rivalutando ultimamente...). Sarà il test del Dna voluto dalla donna a svelare il decennale mistero: se il dna coincide, Paul è sempre stato lui dal '66 ad oggi. Se non coincide, allora si tratta senz'altro di un sosia. Oppure, molto più linearmente, non è lui il padre. Insomma, comunque la si giri non se ne può venire a capo. A meno di non ascoltare tutti i dischi di Paul al contrario... Who is this now? I was Willie Campbell!

Buon divertimento!












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domenica 9 maggio 2010

On the other side.



Cominciano a moltiplicarsi le persone che mi “consigliano” di parlare con uno psicologo o qualcosa del genere (fanculo alla mafia dei medici e affini). Cerco di farmi un'idea da solo.
Un affascinante disturbo bipolare o un “normale” disturbo della personalità (evito di pensare alla schizofrenia). Vi sono diverse tipologie: mi piace il borderline ma forse il disturbo evitante si avvicina di più. Esiste persino la personalità mista evitante-borderline. Mi piace. C'è più o meno tutto.
Quindi, è difficile per me fidarmi delle persone. Quelle che mi han consigliato hanno avuto a che fare con uno psicologo... in questo caso non riesco a considerarla, senza dubbi, un'esperienza positiva, un punto in più alla credibilità.
Ti pareva, ogni dubbio se ne tira dietro altri venti.
Spesso credo di avere il cancro. È necessario un po' di dolore, finora me la sono cavata con un'ulcera e una laringite, le altre volte nulla.
Google dovrebbe essere riconosciuto come motore del dubbio. Ho una paura fottuta di beccarmi un tumore allo stomaco. Che palle. Non è vero che ho così tanta paura, ma cerco disperatamente informazioni come se l'avessi. Non so se questo comportamento rientra nelle caratteristiche del disturbo della personalità mista evitante-borderline.
Magari mi iscrivo in medicina una volta laureato, solo per mandare a fanculo google. Non credo comunque che la laurea magistrale che vado a prendere cambierà granché le mie prospettive future. Ammesso di averne.
Non sono affatto nel periodo giusto per studiare quanto dovrei ora, ma lo faccio comunque sperando rimanga in me molto più di quanto mi appaia ora. Del resto, non ricordo di essermi trovato dell'umore giusto, nel posto e nel momento giusto per fare qualunque cosa.
Credo non sia passato giorno senza rimpiangere o vergognarmi per una frase detta o una situazione in cui mi sono cacciato. Non c'è niente da dire molto spesso, non mi piace sentirmi costretto ed è forse questo il motivo, la frustrazione.
Cercavo relazioni tra la storia della musica e le recessioni economiche... non sarei mai in grado di argomentare. Musica “depressiva” in recessioni; speranza, nuove prospettive e sonorità in periodi di crescita e bolle speculative. Non so, vaneggiavo sulla crisi 90-91 e il grunge, la bolla a metà anni '90 e il pop inglese (entrambi ben sgonfi alle porte del nuovo millennio), la crescita degli anni '60 e l'incredibile produzione musicale ad essa contemporanea, la crisi petrolifera dei primi anni '70 e il crollo dei valori dei sixties, le crisi dei primi anni '80 e la morte della musica.
So bene che è una forzatura, ma citando un amico, “lasciatemi vaneggiare!!!”: è l'unico modo che ho per stare sui libri in questo momento.

venerdì 7 maggio 2010

Il più bel simbolo elettorale!

Ad ogni tornata elettorale, si consuma il giochino: qual è il simbolo elettorale più bello? Naturalmente, e i partecipanti al giochino lo sanno, con l'espressione "più bello" si intende sovente "più brutto". E in queste elezioni che, se non sbaglio, secondo calcoli astrali intrecciati con le profezie di Nostradamus, dovrebbero essere provinciali, il simbolo vincitore è questo. Premiato per la sua cripticità. Ma anche per il coraggio! Essendo Piergiorgio Massidda esponente del Pdl, è davvero insolito non trovare nel simbolo la scritta "Berlusconi Presidente" (dopo la Regione, pure la Provincia, perché no?), oppure la faccia con inquietante sorriso del candidato stesso, come fu per il simbolo delle Regionali 2009, col volto da minchione di Ugo Cappellacci. Pace all'anima sua. Un momento, dalla regia mi dicono che non è morto, quello che aleggia all'interno del palazzo della Regione non è il suo fantasma... Cripticità, dicevo. Neologismo o no, questo simbolo è indecifrabile; o, se volete, imperscrutabile, come devono esserlo i veri politici. Altro che "vicino ai problemi della gente" o "radicati nel territorio", espressioni tanto di moda ultimamente: la vera politica è altra cosa. La vera politica è una freccia, un fulmine, una x, nel più rudimentale e casereccio dei casi un cuore. Cioè? Boh! Una freccia: indicherà forse la strada che intende seguire il candidato...? Chissà. Un fulmine: la rapidità con la quale intende agire il candidato una volta eletto...? Mah. Una x: il segno da fare sopra il simbolo, trattasi di indicazione. E considerate le capacità intellettive dell'elettorato di centrodestra (scatole craniche con ampio parcheggio), questa appare la più probabile. Infine il cuore: la passione che il candidato metterà nello svolgimento delle sue future funzioni...?
Un paio di parole serie le voglio spendere, per parlare di Piergiorio Massidda. Laureato in medicina, medico, tra i fondatori di Forza Italia prima, Popolo della Libertà e Partito dell'Amore poi, attualmente è senatore. Si era proposto come candidato unico del Pdl, è stato stoppato dal suo partito. Ha detto :«Berlusconi mi ha chiesto chi me lo facesse fare a rinunciare a fare il senatore per una poltrona di così poco spessore come quella del presidente della Provincia - ha rivelato - io ho risposto che volevo fare qualcosa per la mia terra. E anche quando, per farmi desistere, mi ha offerto un posto da sottosegretario alla Sanità, il sogno della mia vita, ho rifiutato con la stessa motivazione». In poche settimane, il terzo "no" incassato da Silvio, da uno dei suoi sottoposti. Fini prima, Leonardo poi e adesso anche, sconosciuto ai più, Massidda. Scricchiolii sempre più frequenti all'interno dell'imponente macchina da guerra elettorale, assai meno imperscrutabile di quanto si vorrebbe...


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martedì 4 maggio 2010

Ma vatt'affà 'na zuppa de farro!

Su consiglio spirituale, ho intrapreso la visione di un prodotto italiano: Boris, la fuoriserie italiana. Per l'appunto. Per sapere di cosa si tratta, cliccateci su. Sin dalla sigla mi ha incuriosito, e sono giunto a metà della prima serie; molto divertente, con alcune perle irresistibili! Protagonista della fiction narrata dalla serie è Stanis La Rochelle, personaggio che mi ha conquistato (nella scena in questione "intima il gabbio" al povero disabile...)! Vi mostro soltanto un brevissimo estratto, con premessa: in questa scena tutti i partecipanti sono mezzi nudi, per volere dell'attrice protagonista. Causa falso pudore, non voleva essere l'unica a mostrarsi nuda e ha preteso che anche regista e troupe si svestissero. Il ragazzo disabile è un fan della pseudofiction, invitato ad assistere alle riprese dalla produzione, in quanto figlio di un senatore. Di quale partito? Beh guardate il filmato...




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lunedì 3 maggio 2010

Lavoro con lentezza...

Adeguandomi alla canzone, e relativa cover, lavoro con lentezza. Due giorni dopo il primo Maggio eccovi un link QUI . Ve lo segno in rosso, giacché cliccandoci sopra finiamo dritti dritti nel sito de L'Unità. So che così rischiamo la chiusura del blog, con l'accusa di comunismo aggravato, ma ne vale la pena. La colonna sonora del filmato è eseguita da una band che in Sardegna, dove è girato il video, spopola: i Pedditzi Trasporti! L'errore nella didascalia del video è di battitura, una erre sfuggita al controllo... Buon Virus!


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