mercoledì 30 dicembre 2009

Salvate il soldato Ryanair!


In questi giorni rimbalza una notizia: Ryanair chiude tutti i suoi voli nazionali in tutte le sue basi italiane. Solo i TG nazionali non ne parlano, perchè troppo impegnati a mostrarci come si prepara il cotechino. E allora ne parliamo noi!
La vicenda è abbastanza semplice: la compagnia aerea irlandese non accetta le misure di sicurezza imposte dall'ENAC, reputandole troppo blande e ad alto rischio; in parole povere non ci sta ad accettare che un semplice foglio con nominativo e foto dell'intestatario sostituisca il documento di identità. Mi sembra una motivazione un po' superficiale per arrivare al cancellamento di centinaia di voli. Allora perchè si è arrivati a questo punto?!
Per capirlo dobbiamo indagare sui protagonisti della vicenda; sull'ENAC c'è poco da capire. L'Ente nazionale per l'aviazione civile, essendo direttamente collegato al governo fa ciò che a quest'ultimo interessa, ovvero favorire Alitalia, compagnia di bandiera salvata in maniera balorda e tenuta in piedi in maniera altrettanto assurda. Invece chi è Ryanair? Per tutti noi è una compagnia aerea che ci fa volare a prezzi stracciati, che offre un servizio base (praticamente si viaggia con un bagaglio misero) ma per 5 euro farsi un andata/ritorno Cagliari-Londra è una dritta. Non solo, per una regione come la Sardegna il servizio offerto da Ryanair è fondamentale, vista la totale mancanza di una politica di Continuità Territoriale da parte dello Stato e della Regione. Però nessuno si chiede come facciano a fare questi prezzi stracciati; è vero che i voli prenotati all'ultimo momento costano l'ira del demonio, ma questo non è comunque abbastanza. Esistono tante altre compagnie Low Cost, ma nessuna riesce ad avvicinare l'offerta Ryanair! Come è possibile? Semplice, Ryanair fa parte della schiera degli "imprenditori furbi"! Per prima cosa la compagnia irlandese spreme i dipendenti fino all'osso. Il corso di formazione per diventare assistente di volo Ryanair puo arrivare a costare 2500 euro. Inoltre Ryanair non rispetta le leggi sul lavoro italiane, in quanto i propri dipendenti risultano lavoratori in Irlanda. Con questo sotterfugio non paga neanche tasse al nostro Stato, in quanto gli stipendi sono erogati in esclusiva dalla Irish National Bank, e tutti i dipendenti sono costretti ad avere un conto presso questo ente se vogliono vedere la loro busta paga. Chi è iscritto o si dovesse avvicinare a un qualsiasi sindacato ha in dono la sicura perdita del posto di lavoro. Non viene concessa nessuna indennità per malattia, e se per caso uno si ammala troppo spesso perde il lavoro.
Il fattore "dipendente irlandese" ha per i dipendenti un'altra gravissima conseguenza: pur vivendo in Italia risultano dipendenti all'estero, quindi non hanno nessun diritto su sgravi fiscali riguardo sanità e mutuo, per costruirsi un abitazione. Inoltre girano voci che i dipendenti non siano sottoposti a delle visite obbligatorie che devono subire tutti i lavoratori aereoportuali vista la quantità di radiazioni cosmiche a cui sono sottoposti.
Dulcis in fundo, Ryanair, nonostante formalmente non sia un'azienda nazionale, riceve da enti locali forti finanziamenti per esercitare nel nostro territorio in quanto offrono un servizio comunque indispensabile per una decente capacità di spostamento in Italia.

Di fronte a questi dati chi può dire di aver ragione o aver torto? In pratica ci troviamo di fronte a due enti che cercano di portare acqua al proprio mulino, come sempre a discapito delle persone che, visto come si ragiona oggi, probabilmente non si accorgeranno di nulla!




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martedì 29 dicembre 2009

Ecco la verità!



Ecco spiegati gli incontri tra Noemi Letizia e Silvio Berlusconi: il nostro premier era l'insegnante d'inglese della ragazza...


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domenica 27 dicembre 2009

Chi... non l'ha visto?


Voglio subito rassicurare familiari e conoscenti di Ugo Cappellacci: le ricerche non sono state sospese, anzi continuano. Continuano nonostante i fallimenti; già, perchè anche affidarsi a degli specialisti delle scomparse, quali sono gli esperti che lavorano a "Chi l'ha visto", non è servito. Ne abbiamo ricavato soltanto una telefonata al TG3 regionale: qualche spiritosone ha chiamato dall'Afghanistan spacciandosi per Cappellacci, e dicendo di essere lì per confortare i soldati al fronte, in questi giorni di festa. Immagino quanto si sia sentito confortato un soldato sardo venendo a sapere che la sua Sardegna era nelle mani di un tizio del genere... Fortunatamente non era vero, la telefonata era uno scherzo. Esclusa la pista della anonima sequestri (perchè in questo caso, l'anonimo è il rapito e non il rapitore...), è stata abbandonata anche la pista che portava alla Banda della Magliana; un reduce, interrogato, ha escluso ogni coinvolgimento: "Non trattiamo pesci piccoli". Rimaneva la banda della Uno Bianca, accantonata poichè quel tipo di autovettura è fuori commercio da ben prima che il nome di Cappellacci balzasse agli onori delle cronache. Il fascicolo "Ugo" non è stato messo da parte, ma ha subìto un ridimensionamento da parte delle autorità competenti nell'indagine. E così il mistero de "L'uomo che stava dietro Berlusconi durante i comizi della campagna elettorale in Sardegna" continua. Si è deciso di ricorrere ai servizi segreti, ma non quelli italiani: per i prossimi tre anni e mezzo la loro agenda è impegnata nella creazione e produzione di dossier falsi atti a mantenere la stabilità politica nel nostro paese. C'era l'imbarazzo della scelta, per ciò che riguarda i servizi segreti stranieri e abbiamo pensato di rivolgerci agli americani. Sì, lo so: scelta criticabile e discutibile, quanto volete. Ma questi sono professionisti seri, efficaci, scrupolosi, che nulla lasciano al caso e nulla tralasciano. D'altronde, sono riusciti addirittura a trovare armi di distruzione di massa laddove non c'erano! Inoltre hanno anche una sezione specifica, che si occupa proprio di casi come il nostro, e su di loro riponiamo le nostre speranze. Video:




PS: chissà che "l'uomo invisibile" di cui parla la canzone non sia proprio lui...!


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sabato 19 dicembre 2009

Mara Carfagna prima e dopo.

Da "Bocca di Rosa" (detto con grandissima umiltà...) a Ministro delle Pari Opportunità.






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lunedì 7 dicembre 2009

Il caso Ugo Cappellacci: il governatore eletto in contumacia.

Circa un anno fa Renato Soru rassegnò le sue dimissioni da governatore della Sardegna, e poche settimane più tardi il Pdl lanciò il suo candidato per le elezioni regionali: Ugo Cappellacci. "E chi è?!" si domandarono in tanti al momento dell'annuncio. Continuano a chiederselo tuttora, ponendosi anche un'altra domanda: dov'è?! Noi della Room già durante la campagna elettorale cercammo, con uno sforzo immane, di spiegare chi fosse, e qualche settimana dopo la sua elezione cominciammo a chiederci dove fosse finito. Le notizie latitavano allora e latitano ancora adesso. Il ciclone sessual-scandalistico che si è abbattuto sull'Italia negli ultimi mesi pareva avesse trascinato pure lui: infatti sono stati in tanti ad avvistarlo ne "Il triangolo no" di Renato Zero (e in effetti il testo sembra che parli proprio di Ugo: lui chi è? Ma perchè l'hai portato con te? Il suo ruolo mi spieghi qual è? E' distratto ma è certo di troppo)... Voci infondate. Ugo Cappellacci è introvabile, tanto che pure la tv nazionale si è occupata di lui; a farlo è stato il programma che più di ogni altro tratta di persone scomparse: Chi l'ha visto. E l'Italia ha scoperto ciò con cui noi sardi dobbiamo aver a che fare dallo scorso febbraio: un governatore latitante, eletto in contumacia. Ho un video che dimostra la straordinarietà della "questione Sardegna", eccolo:



Mentre nelle strade infuria la battaglia, che c'è sempre laddove operano le forze dell'ordine per la nostra sicurezza, Ugo chissà dov'è. Il primo governatore latitante della storia, senza che sul suo capo pendano indagini o inchieste di natura penale... Io azzardai, tempo fa, che non si trova perchè in realtà non esiste, scherzando ma non troppo. Concludo con una domanda seria: corre il rischio di essere sfiduciato per inoperosità?

PS: questo filmato è emblematico: mentre una regione è allo sbando, senza un governo in grado di guidarla, su Raidue, in un programma ci si chiede se la famiglia è allo sbando, nell'altro (evidentemente trans e prostitute non fanno poi così paura visto che la conduttrice ha le fattezze di una baldracca...) ci si chiede se è giusto o no parlare del divorzio del presidente del consiglio in tv... I grandi interrogativi. Per tutti loro la punizione la suggerisce Homer: niente più zabaione...


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Renato Soru: intervista a Panorama.


Per la prima volta, l'ex governatore della Sardegna ammette i suoi errori. Ma difende la tassa sul lusso, l'impegno ecologico e le primarie del Pd. "L'Unità"? Sono pronto a venderla". "In politica non bisogna mai avere troppa fretta. Io l'ho imparato a mie spese, da presidente della Sardegna, pensando di poter cambiare il mondo in cinque anni. Perciò oggi penso che Pier Luigi Bersani non si debba far divorare dalla fretta di mandare a casa Silvio Berlusconi; bisogna prima fare in modo che il progetto del Pd sia ben chiaro agli italiani".

Da dieci mesi Renato Soru non è più governatore della Sardegna: è tornato a tempo pieno a fare il patron della sua Tiscali, ma non ha perso la passione per la politica. E non solo perché è editore della gloriosa Unità, acquistata nel maggio del 2008. Ora, per la prima volta dopo le elezioni regionali perse a febbraio contro il candidato del Pdl, Ugo Cappellacci, l'uomo che era stato addirittura considerato un possibile leader nazionale del centrosinistra rompe il silenzio.

Quanto le manca la poltrona di governatore?
Ho sofferto per la sconfitta, certo. Ma oggi che sono rientrato in azienda lavoro con entusiasmo, non ho vuoti da riempire. E penso che la politica, in altro modo, continuo a farla. Per esempio preoccupandomi che la mia azienda esca dalle difficoltà senza licenziare nessuno, come finora ha fatto.

Ha detto addio a una forma più diretta di impegno politico?
No: ho creato un'associazione che si chiama Sardegna democratica e nei finesettimana partecipo spesso a convegni dove si parla di temi importanti per la mia regione come ambiente, scuola, energia. E faccio parte dell'assemblea nazionale del Pd.

Si è dato una ragione della sconfitta?
La prima ragione è che gli italiani si formano un'opinione attraverso la tv, e io non l'ho avuta dalla mia parte, soprattutto nel momento decisivo.

Si potrebbe obiettare che questa condizione non le aveva impedito di vincere nel 2004...
E infatti attribuisco più rilevanza al secondo motivo. Cinque anni di riforme urgenti, necessarie ma drastiche in quasi tutti i campi, mi hanno alienato le simpatie di troppe lobby.

Quali lobby ha sfidato?
Tutte. Ho tagliato più di 1.000 poltrone, fra enti di tutti i tipi. Ho soppresso 24 comunità montane, ho tolto alla Coldiretti il controllo sulle dighe e sui consorzi di bonifica, ho messo ordine nella mangiatoia della formazione professionale che sprecava 300 milioni di euro l'anno, ho tagliato i costi della sanità sfidando anche la lobby della sanità privata. Ho fatto il piano paesaggistico regionale trovandomi contro tutti gli immobiliaristi...

Errori non se ne rimprovera?
Quando fui eletto governatore, avevo appena inaugurato la nuova sede di Tiscali: solo un anno dalla prima pietra all'apertura. Pensavo che anche in politica si potesse fare lo stesso. Ho sottovalutato l'inerzia della pubblica amministrazione, l'eccesso di regole a volte confuse e contraddittorie.

Veramente l'hanno accusata anche di ruvidità, di scarsa comunicazione con il resto del mondo.
Questo è falso. La mia amministrazione era accessibilissima. Ricevevo nel giro di uno o due giorni chiunque volesse incontrarmi. Quanto alla comunicazione, forse sono stato io a sottovalutarne l'importanza. Ma resta il fatto che per cinque anni non sono stato mai intervistato né dall'Unione sarda né da Videolina.

L'accusano anche di avere allontanato i turisti con una politica un po' talebana: la tassa sul lusso e quella sulle barche.
I sardi non hanno affatto vissuto negativamente queste decisioni. Quanto alla tassa sul lusso, ha patito anche un nome sbagliato, caricaturale, inventato dal Corriere della sera. Serviva a creare risorse per tutelare l'ambiente e per lo sviluppo delle zone interne, e con un esborso che equivaleva a una settimana d'affitto delle case interessate. Vedo che in Trentino c'è una tassa sui valichi per finanziare la difesa dell'ambiente, e nessuno protesta.

E le barche ?
Perché un pullman in gita scolastica paga 500 euro per parcheggiare in una città d'arte e una barca lunga più di 16 metri non deve pagare per approdare in Sardegna?

Si è sentito tradito anche dal suo partito?
Effettivamente non tutto il Pd è stato sempre compatto a difesa delle riforme che erano necessarie per l'isola.

Molti suoi colleghi del Pd sardo sostengono che era piuttosto lei a voler fare fuori i partiti.
È una balla. Nel 2004, i sondaggi dicevano che avrei potuto anche vincere senza e contro i partiti, ma non l'ho fatto. Anzi, dopo il voto sciolsi la mia lista, Progetto Sardegna.

Lei non ha mai nascosto di non avere grande stima dei partiti.
E anche questo è falso. Non credevo e non credo che sia possibile far politica fuori dai partiti. Certo, ne andrebbe meglio regolata la vita interna, soprattutto per aumentarne la trasparenza.

Per chi ha votato alle primarie del Pd?
Per Dario Franceschini.

Perché?
Per il suo sostegno netto al metodo delle primarie.

Che invece già dalle prossime regionali rischiano di essere messe in naftalina dal Pd.
E sarebbe un grave errore.

Cos'altro non le piace della gestione Bersani, teme forse che ammorbidisca l'opposizione?
Bersani merita che lo si lasci lavorare; ma più che opposizione dura, credo che oggi ci sia bisogno di far vedere con chiarezza agli italiani qual è l'alternativa proposta dal centrosinistra.

Tradotto?
Preferisco che il Pd faccia un lavoro sul progetto piuttosto che sulle alleanze.

Leggasi Udc e centristi vari.
Alleanze senza una vera condivisione di valori e progetti rischiano di farci perdere ciò che stiamo costruendo con gran fatica, ossia la prospettiva di una democrazia dell'alternanza. In certe regioni è meglio prendere il tempo necessario piuttosto che tornare al governo prima senza realizzare il progetto del Pd.

Vale anche per il governo nazionale?
Non mi fa paura che Berlusconi resti al governo un anno in più. Mi spaventa invece che dal solo desiderio di batterlo nasca una palude centrista, un altro Caf (l'alleanza Craxi-Andreotti-Forlani, ndr) che poi resti in campo per i prossimi 20 anni.

Perchè non vuole rimettere mano al portafogli per "L'Unità"?
Non credo che L'Unità abbia bisogno di ulteriori ricapitalizzazioni. Ora è in sostanziale equilibrio economico e vende in edicola 55 mila copie, più altri 230 mila contatti giornalieri di utenti unici su internet.

È vero che vuol vendere l'"Unità"?
Il mio impegno sull'Unità è nato in un momento diverso, quando sembrava che avrei venduto Tiscali. Oggi non sarei contrario che qualcuno mi avvicendasse.

È immaginabile un ritorno di Renato Soru alla politica?
Oggi lo escludo. Sono totalmente impegnato in azienda e ho davanti a me anni di lavoro. Ma l'aver fatto politica mi ha dato più consapevolezza che la vicenda di ognuno è legata a quella degli altri.




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mercoledì 2 dicembre 2009

Viaggio nella mente di un tipico italiano.


E' giugno e fa tanto caldo. Oggi è stata proprio una giornataccia, le persone bevono come cammelli e non so quante bibite ho distribuito. Ora mi prendo il riposo che mi spetta; aria condizionata on, birretta sthhh e telecomando... toh c'è lucignolo! Ma che cazzo, che mi facciano vedere il paese reale, qui mi vogliono far credere che siamo tutti al mare a divertirci e la gente, anche se si fa un culo così, ci crede pure! Non sopporto più questi impomatati impreditori accompagnati da 4 mignotte a testa insieme all'amico calciatore che arriva con la moglie ma se ne andrà con una delle zoccole dell'amico imprenditore! Tutti arrivano con il porsch, io non so nemmeno come si scrive porsch, e figurati se ne ho mai guidato uno... E qui ci vogliono far credere che sia la macchina di tutti, l'unica cosa che guido è il furgone con cui distribuisco bibite...
BASTA!!! Adesso ne ho proprio i coglioni pieni! Io quella discoteca di merda la faccio saltare in aria. A che serve vivere da coniglio, mi sento un leone! Vivrò pure un solo momento da leone ma mi basterà!
Vediamo un pò: cosa mi serve? Furgone ce l'ho, tritolo non ho problemi a procurarmene perchè mio cognato lavora in una cava, dunque... Come nascondo l'esposivo, nel caso mi fermino i carabinieri? Ecco! Riempio quelle casse d'acqua con quella del rubinetto, visto che il magazzino è vuoto. Ok, siamo a fine giugno, il momento di rivalsa per noi gente comune è arrivato, giù il piede e dritto all'obiettivo!!!!!
VROOOOOOOOOM!!!.... Cazzo, fighetti di merda, proprio ora dovevate attraversare e fermarmi così a pochi metri dall'obiettivo?!

-Hey tu!
-Dici a me?!
-Sì, che mi venderesti una bottiglia d'acqua?
-Sì certo!
-Quanto fa?
-15 euro.
-Ma è aperta!!!
-Lo so, le bottiglie sono di acqua Levissima, ma in realtà è l'acqua delle fonti di San Crisponzio, la sto portando alla clinica fuori città.
-Caspita! Quest'acqua è famosa per favorire la digestione! Me ne dia 3 bottiglie!! Ragazzi, questo tizio ha l'acqua di San Crisponzio!!!
-3 anche a me!!!
-2 a me!!!
-a me 5!!!!


Caspita! 945 euro!!!
Se funziona, mi sa che qualche sera si va a ballare dove va la gente che conta, e magari a fine estate mi compro pure il porsch...o come cazzo si chiama!

martedì 1 dicembre 2009

Apriti... Cielo!


Era già tutto pronto negli studi di Cielo. A mezzogiorno di oggi, il nuovo canale di Sky - pensato per il digitale terrestre e gratuito - avrebbe mosso i primi passi con un'edizione di un'ora del telegiornale della casa (SkyTg24), seguita a ruota dal programma Pericolo Reale. La gran parte degli italiani avrebbe visto Cielo al tasto 10 del telecomando. E invece sul filo di lana è arrivato lo stop del governo. Il canale non potrà partire perché il ministero dello Sviluppo economico - attraverso il suo Dipartimento per le Comunicazioni - non ha ancora concesso l'autorizzazione alla sua trasmissione sul digitale terrestre.
Il Dipartimento ha scritto due lettere. La prima è indirizzata al Gruppo Editoriale L'Espresso, che affitta a Sky i suoi ripetitori in digitale terrestre per la messa in onda di Cielo. La missiva dice che la pratica richiede approfondimenti. La seconda lettera, invece, chiede a Sky di non procedere alla messa in onda. Le missive - pur riconducibili al viceministro Romani - non sono firmate dal direttore generale del ministero o del Dipartimento, come sarebbe lecito aspettarsi su un tema di questa delicatezza.
Fermata sul digitale terrestre, Sky avrebbe potuto irradiare Cielo via satellite. Per il satellite, l'emittente non ha problemi avendo ricevuto in soli dieci giorni il via libera dalla Autorità per le Comunicazioni. "Ma Cielo resterà fermo anche sul satellite, in attesa di schiarite sul digitale terrestre", spiega preoccupato il direttore editoriale del canale Riccardo Chiappelli.
Dice Gary Davey, manager di punta di Cielo: "Le nostre carte sono in ordine sul piano legale. Peraltro noi abbiamo preparato un canale bello e gratuito, che avrebbe impreziosito il digitale terrestre. Per questo, eravamo convinti che la nostra richiesta di autorizzazione sarebbe stata gestita dal governo con quella velocità, quell'efficienza e quei sorrisi che ha promesso in questi giorni il ministro Brunetta".
Nelle scorse settimane, il ministero ha permesso la messa in onda sul digitale terrestre dei canali targati RaiSat senza una specifica autorizzazione (i canali vengono considerati una diretta emanazione di quelli di servizio pubblico come RaiUno). I canali Mediaset Premium sono tutti autorizzati, ma classificati come entità di servizio, che non offrono contenuti editoriali in senso stretto. Il via libera ministeriale a RaiSat e Mediaset Premium è stato avallato dall'Autorità per le Comunicazioni a maggioranza. Sono finite in minoranza le obiezioni di 3 degli otto commissari: D'Angelo, Lauria e Sortino. Ora questi commissari sono pronti a chiedere chiarimenti agli uffici governativi per lo stop a Cielo, a poche ore dall'accensione dei motori.

Fonte: Repubblica

La scritta che campeggia sul canale riservato a Sky-Cielo suggerisce di mandare una email al ministero, a questo indirizzo: urp.comunicazioni@sviluppoeconomico.gov.it
Io l'ho fatto, con lo stesso titolo del post, e con questo contenuto: "Beh allora, la vogliamo rilasciare questa autorizzazione o volete obbligarci a guardare soltanto i canali Mediaset?! Vediamo di darci una mossa!"
Nutro dei dubbi non sul fatto che Scajola sappia rispondere ad una mail, ma sul fatto che sappia accendere un pc, peggio se notebook...!


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