domenica 31 gennaio 2010

OBBLIGO di presenza.

In questo documento, dov'è "il bene del Paese" che tanto fa questo governo? Ai deputati del Pdl, non serve ricordare l'importanza che questo appuntamento ha per il Pdl stesso, per il Governo e per il presidente Berlusconi. E per i cittadini? Dunque si tratta di una legge ad personam! O ad libertatem, come l'ha chiamata Silvio: libertatem della stessa, unica, personam, ovvio! Così opera il partito dell'Amore, contro le macchine che producono odio. E la cosa che più mi disgusta è che, tra qualche settimana, sarò costretto a vedere la faccia esultante di Cicchitto in televisione, che dirà: "La legge sul legittimo impedimento è passata, e adesso possiamo continuare a lavorare con tranquillità per il bene del Paese". Tutto ciò va lievemente schifo.



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sabato 30 gennaio 2010

La beneficenza è di destra o di sinistra?

Comune di Ancona: il sindaco Pd, Fiorello Gramillano, propone di devolvere un gettone di presenza alle vittime del terremoto di Haiti, attraverso un contributo a Medici senza frontiere. Il consigliere del Pdl, all'opposizione, Giacomo Bugaro fa sapere, che secondo "molti", Medici senza frontiere è un'organizzazione di centrosinistra (??). Si tratta di una scusa, poichè troppo tirchio per la beneficenza? No, peggio; i gettoni sono finiti in due liste distinte: Medici senza frontiere, per il centrosinistra, e Croce Rossa, per il centrodestra...



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venerdì 29 gennaio 2010

Guido Bertolaso, genio incompreso (ad Haiti).

Bertolaso Guido, capo della Protezione Civile, professione Genio. Almeno così lo spacciano in Italia. Terremoti, maremoti, incendi, rifiuti urbani, alluvioni, esplosioni, trombe d'aria, bufere di neve, ondate di caldo; a prescindere dall'emergenza, si chiama lui: Guido Bertolaso. Massimo esperto in tuttologia. I malpensanti potrebbero credere che sia lui a scatenare le disgrazie, per poter poi intervenire sfoderando tutte le sue qualità. Qualità che non potevano passare inosservate a questo Governo, e infatti ecco gli incarichi che Bertolaso ricopre ufficialmente: dal 2001 direttore del dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e dal 21 maggio 2008 sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Emergenza Rifiuti in Campania nel IV Governo Berlusconi. Ricopre inoltre l'incarico di Commissario straordinario per le seguenti emergenze: terremoto dell'Aquila, vulcani nelle Eolie, aree marittime di Lampedusa, bonifica del relitto della Haven, rischio bionucleare, Mondiali di ciclismo, presidenza del G8 del 2009, area archeologica romana. Insomma, il Leonardo da Vinci di quest'epoca!
La sua esplosione però è stata abbastanza improvvisa, e possiamo datarla al 2008, anno nel quale è diventato sottosegretario con delega ai rifiuti di Napoli, risolvendo subito il problema. Ma, appena 12 mesi prima, quello stesso problema appariva irrisolvibile ormai da due anni, quelli del governo di centrosinistra. Il presidente del Consiglio Romano Prodi sembrava impotente di fronte a quell'emergenza, e nulla poté fare neppure il genio smisurato di Bertolaso. Chissà, forse non si è creata con Prodi l'irresistibile alchimia nata poi con Berlusconi. E da quel momento, dai rifiuti, qualsiasi catastrofe può risolverla soltanto Bertolaso, Commissario straordinario di tutto ciò che potete vedere poco sopra. Fino a qualche giorno fa... Confidando nella sua infallibilità, Berlusconi l'ha spedito ad Haiti per condividere col mondo intero il Genio nostrano. E Bertolaso ad Haiti ci è andato, con il suo enorme bagaglio di conoscenze. Arrivato lì, però, qualcosa non ha funzionato. Vedendo case di sabbia crollate, miseria, povertà, atmosfera da terzo mondo, ha pensato di essere in Italia, e da perfetto italiano si è comportato; un po' come quegli italiani che, parcheggiando l'auto davanti ad un cantiere edile, scendendo dalla stessa dicono agli operai: "Quel cemento è un po' magro...", con l'aria soddisfatta di chi sta muovendo una critica propositiva. "Gli Stati Uniti sanno fare soltanto operazioni militari" ha detto appena sceso dall'elicottero, con la stessa aria soddisfatta di cui sopra. Ma quella non era l'Italia, e Bertolaso se n'è accorto subito. Hillary Clinton l'ha sbertucciato in modo sprezzante: "Non siamo in un bar sport dell'Aquila...", il succo della sua replica. Ma come? E lo sconfinato bagaglio di conoscenze di Guido che fine fa? Lui, arrivato lì per coordinare i soccorsi di tutto il pianeta, dall'alto della sua tuttologica genialità, ora vaga da solo per le macerie, consolato dagli haitiani che gli riservano carezze, pacche sulle spalle e incoraggiamenti. Lui, Genio incontrastato che pontifica e rimprovera a destra, ma soprattutto a manca, in Italia, sbertucciato e incompreso ad Haiti (ho detto Haiti, non Lisbona o Francoforte...). Che sia la fine della sua parabola? Che abbia intrapreso, ad Haiti, la strada di una nuova, più modesta, dimensione? Chissà...
Possiamo immaginarla così: Bertolaso tornerà in Italia, ritroverà l'aria di casa, e quindi ritroverà anche la fiducia nelle sue indubbie, geniali, qualità. E scriverà un libro, dal titolo: La mia verità su Haiti. Sottotitolo: Perchè Hillary Clinton non capisce una cippa di terremoti mentre io invece sì. Lo presenterà nel suo teatrino preferito, Porta a Porta, magari con lo sfondo di macerie dell'Aquila, a lui tanto familiari e tanto care. Venderà migliaia e migliaia di copie, e il suo libro sarà in tutti i bar sport, non solo quelli dell'Aquila...



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giovedì 28 gennaio 2010

Ciò che resta del G8 a La Maddalena...

Un anno fa, di questi tempi, Silvio Berlusconi era sardo, così come ora è pugliese, laziale, calabrese, piemontese... insomma, lui è originario, di volta in volta, di ogni regione da "conquistare" alle elezioni. Dalle elezioni in Sardegna è trascorso quasi un anno, e Silvio da queste parti non s'è più visto (molto poco anche d'estate...). Tutto ciò che rimane è il G8 mancato de La Maddalena. Che conferma una cosa: Berlusconi è un pò il contrario di Re Mida; Silvio, tutto ciò che tocca, lo trasforma in m...

L'articolo presente qui sotto è tratto da La Repubblica di oggi.


LA MADDALENA
- C'era una volta l'isola che doveva essere e non è più. C'è ora la Maddalena usa e getta. Prima tirata a lucido in abito da festa e poi, dopo il G8 fantasma traslocato all'Aquila, lasciata sola con il suo sogno infranto e i suoi cocci da raccogliere. Trecentotrenta milioni investiti - presi in larga parte dal bilancio e dai contributi per la Regione Sardegna - e neanche un posto di lavoro. A casa, da tre giorni, anche i 23 guardiani maddalenini che sorvegliavano le belle e incompiute cattedrali sul mare. Dove adesso regnano l'abbandono, l'incuria e il degrado. Di chi è la colpa del flop?

LE GRANDI INCOMPIUTE
Sono le due mega-opere costruite nell'ex Arsenale e nell'ex ospedale militare: una, la grande area dove si sarebbe dovuto svolgere il vertice dei grandi del mondo - andata in gestione per 40 anni a prezzo di saldo alla Mita Resort di Emma Marcegaglia, l'unica che da questa storia ci ha davvero guadagnato e guadagnerà - ; l'altra, l'hotel cinque stelle plus, costato, solo quello, 75 milioni, 742 mila euro a stanza e però nessun imprenditore ne vuole sapere. Uno scenario desolante che Repubblica ha documentato con un video esclusivo e con una serie di immagini. Un viaggio dentro una delle più grosse "incompiute" nella storia delle opere pubbliche (progettata, appaltata, eseguita e consegnata in poco più di un anno). E sulla quale sono aperte due indagini. Cosa ha lasciato in eredità alla Maddalena il G8 mancato? Quanto è costato? Chi ci ha speculato trasformando quello che doveva essere un volano per la stagnante economia dell'isola - già penalizzata da mezzo secolo di monocultura militare - in un affare per pochi? Quale futuro avranno le strutture tirate su in fretta e furia che ora languono nel silenzio generale e nell'imbarazzo di molti?

DOPO LA BEFFA I DANNI
Ci sono fantasmi che producono fantasmi. E i fantasmi costano. Anche solo per tenerli in vita. Era il 23 aprile 2009 quando Berlusconi annunciò lo spostamento del G8 nell'Abruzzo colpito dal terremoto. Nove mesi e 327 milioni dopo (tanto sono costati, stando ai dati della Protezione civile, i lavori alla Maddalena) la scena sull'isola "scippata" - come ripetono i 12mila abitanti e il sindaco Pd Angelo Comiti - è desolante. Il problema non sono i cantieri ancora aperti (sul lato est dell'ex Arsenale) e le ruspe che lavorano per ampliare un'area che Berlusconi aveva candidato ad ospitare una decina di incontri internazionali (finora ci hanno fatto solo il vertice italo-spagnolo). E nemmeno la nuova corsa contro il tempo per la Louis Vuitton Cup, a maggio, che tutti aspettano come un cerotto per curare le ferite. Il problema è che le strutture che dovevano accogliere Obama e gli altri sette capi di Stato versano, oggi, in condizioni penose. "Dopo il danno la beffa, e ora i danni", chiosa l'assessore provinciale all'ambiente Pierfranco Zanchetta.

TUTTO IN MALORA
Entri nella hall dell'albergo 2, quello che avrebbe ospitato Barack Obama e la delegazione americana. Cammini sul pavimento di marmo bianco intarsiato che i potenti della terra non hanno mai calpestato. Piove dentro. L'acqua scende dal tetto dove hanno costruito la piscina. Il vento e le infiltrazioni hanno provocato danni: parti di soffitti crollati, tubi e cavi a vista perché i pannelli che li contenevano sono venuti giù. Dei tappeti disegnati da Antonio Marras - lo stilista sardo che ha curato tutti gli interni delle aree ospitalità dell'ex Arsenale militare - tra un po' si avrà traccia solo sull'ambizioso catalogo delle opere della struttura della missione G8 (affidata all'ingegner Mauro della Giovampaola). Lo stesso vale per i quadri fotografici "navali" di Luca Cittadini. Pareti scrostate per l'umidità, calcinacci, attrezzi lasciati lì in attesa che qualcuno li riprenda in mano: così appare oggi la hall dell'hotel con vista sulla darsena che può ospitare 700 barche. "Lo stato di queste strutture è una delle tante vergogne e ora qualcuno dovrà risponderne" dice Pio Palazzolo, memoria storica dell'isola e già componente del Comitato paritetico per le servitù militari in Sardegna.

L'ARCHISTAR DELUSO
Accanto alla hall c'è un edificio che doveva essere un teatro. Le porte sono scardinate, così come quelle della "Casa sull'acqua" - o sala conferenze - la strabiliante scatola di vetro posata sul mare progettata dall'architetto Stefano Boeri. Il vero gioiello dell'ex Arsenale, costo, comprensivo dell'area delegati, 52 milioni e 100. "Gli edifici vanno usati, altrimenti deperiscono", ragiona Boeri. Dice di aver lavorato - assieme a 1600 operai impiegati giorno e notte - "per garantire una doppia vita a queste strutture: per il G8 e per il dopo G8. Ma io non ci vado da un mese... Com'è la situazione adesso?". Magari quello che chiamano hotel Obama, al centro dell'Arsenale, in futuro ospiterà flussi ininterrotti di convegnisti e di ricconi che approderanno qui coi loro megayacht. Ora però ha un aspetto desolante. Comunque lontano dall'aggettivo "affascinante" usato da Vasco De Cet, dirigente della Mita Resort. A piano terra la zona spa è completamente abbandonata: tutto, gli hammam, le saune, la grande vasca idromassaggio al centro della sala, parquet e vista mozzafiato sul mare, i lettini per i messaggi, quelli della zona relax, i bagni, gli spogliatoi, tutto è in balia del freddo e dell'umidità. Poi c'è la "stecca", un edificio basso e lungo e stretto, tipo striscia. Dovevano essere piccoli appartamenti. Ma i pavimenti non ci sono ancora, un colpo di maestrale ha scoperchiato una parte del tetto e chissà con l'aria che tira che fine faranno gli intarsi in finto marmo - in realtà polistirolo - che decorano gli angoli delle pareti esterne.

CATTEDRALE NEL DESERTO
A che cosa servirà questo paradiso di cemento, pietra e vetro costruito alla velocità della luce? Centocinquantamila metri quadrati e un futuro incerto: la Louis Vuitton Cup a primavera, e poi? "Io spero che diventi un polo nautico e multifunzionale, così com'era stato pensato", dice ancora Boeri, "ottimista" ma forse non fino in fondo. Il vero problema, però, l'opera che davvero preoccupa di più, è l'ex ospedale militare. Sedicimila e 800 metri quadri trasformati in un hotel di lusso. Facciata bianca che corre lungo la strada, con il mare di fronte ma non accessibile perché nessuno ha pensato di fare un accesso all'acqua cristallina, una banchina, una spiaggia. Un'opera da 75 milioni, 101 camere costate ognuna 742 mila euro. Spettrale. Una scatola vuota - questa sì riscaldata tutto il giorno e illuminata di notte con livide luci violette che sbattono sulla facciata. Nessuno lo vuole l'hotel. Il bando di gara, il 23 settembre 2009, è andato deserto. "A quale imprenditore conviene prendersi una struttura così, con questi costi e con tutte le pecche che presenta? Bertolaso promise che sarebbe stata fatta una nuova gara - stringe le spalle l'assessore Zanchetta - e che c'era una catena alberghiera interessata. Ma, ad oggi, tutto tace". Intanto è cresciuta l'erba davanti alla facciata che a prima vista ricorda un po' la Casa bianca. C'è un guardiano. Potrebbe restare lì a lungo. Se e fino a quando qualcosa si muoverà. Chi ha il dovere politico di prendere in mano il "pacco" dell'hotel e levare le castagne dal fuoco? "La proprietà è ancora della Marina militare (a differenza dell'ex Arsenale già ceduto alla Regione) - informa il sindaco Comiti - Potrebbero anche decidere di riprendersela loro e farci qualcosa. A meno che a breve diventi anche questo della Regione".

CONTI ALLE STELLE
I costi. Tutto iniziò il 28 maggio 2008 e tutto finì, con la bella favola spezzata, il 31 maggio 2009. "Volevamo rilanciare quest'isola, farla decollare come una Davos mediterranea - dice l'ex presidente della Regione Renato Soru - e invece, se va bene, ci ritroveremo con un grande villaggio turistico avulso dalla città". E se invece andasse male, visto che l'aria non sembra delle più elettrizzanti? "Non ci voglio nemmeno pensare. Siamo sardi e non permetteremo che queste opere, costate uno sproposito, molte anche inutili, rimangano lì a marcire dopo che il governo ha avuto la non brillante idea di dirci che eravamo su Scherzi a parte". Il non-G8 alla Maddalena è costato 327 milioni (il conto finale era 377 ma 50 sono stati risparmiati dopo il trasferimento all'Aquila). 209 milioni sono stati spesi per demolire, bonificare (era pieno d'amianto, 22 milioni solo per questo) e ristrutturare l'Arsenale. Dice Soru: "Il colmo è che sono costruzioni compiute e inutilizzate. Nella fretta è stato speso più del necessario, e nella fretta è stato svenduto - praticamente regalandolo alla Mita Resort - l'Arsenale. La Regione, proprietaria della struttura, è stata tagliata fuori, e oggi è totalmente immobile".

CHI CI HA GUADAGNATO
La Mita Resort, dunque. Alla società di Emma Marcegaglia è andata di lusso. La base di gara per l'assegnazione della gestione dell'Arsenale prevedeva una quota minima una tantum di 40 milioni (da versare sul conto del soggetto attuatore, responsabile per conto di Bertolaso per contratti e pagamento dei lavori) e la proposta di un canone annuale di concessione destinato alla Regione Sardegna. Si è presentata solo la Mita Resort: 41 milioni una tantum e canone da 600 mila euro l'anno alla Regione spalmato su 40 anni (50 mila euro al mese). In tutto 68 milioni. Niente male come affitto per 30 anni più 10 (indennizzo post-trasferimento all'Aquila). Che cosa ci faranno ancora all'Arsenale non è dato sapere (a parte la Louis Vuitton). "Questa struttura a regime potrà ospitare più di 5mila persone, sarà uno snodo cruciale per la nautica da diporto", promette il manager Vasco De Cet.

DUBBI DA CHIARIRE
C'è ancora molto da capire qui alla Maddalena. Come è andata davvero l'assegnazione degli appalti? Il carabinieri del Ros, su ordine della procura di Firenze, hanno avviato un'indagine ancora aperta. Un altro problema sono i soldi stanziati per lavori che non sono stati ancora eseguiti. Sugli isolotti di Razzoli e Santa Maria, che fanno parte dell'arcipelago-parco naturale, ci sono due fari della prima metà dell'800 che dovevano essere recuperati. Novecentomila euro di spesa ma i fari sono ancora lì come prima. Una storia su cui sta indagando la Guardia di Finanza di Olbia-Tempio Pausania.

ACCAMPATI IN TENDA
Chiarissima è invece la situazione per i maddalenini che speravano, con le opere del G8, di trovare un lavoro. A fronte del maxi-investimento, oggi, non c'è nemmeno un assunto. Gli unici che avevano avuto uno stipendio (molto precario) erano i 23 guardiani della Nautilus, una subappaltata per la sorveglianza dell'Arsenale. Domenica notte sono stati liquidati con una stretta di mano da De Cet della Mita Resort. Che faranno, adesso? Sono ancora accampati fuori dai cancelli, al freddo e con le tende sollevate dalle raffiche di vento. Dicono che non se ne andranno. Ma il piatto resterà vuoto. "Con opere da 330 milioni, in proporzione, si dovevano creare almeno 500 posti di lavoro. E invece niente". Luigi Plastina, guardiano licenziato, dorme da una settimana in tenda con la moglie, un forno da campeggio e l'acqua sotto i piedi. "Questo è il mio G8".


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domenica 24 gennaio 2010

Giancarlo Fisichella: elogio della mediocrità.

Era da un pò di tempo che mi volevo occupare di questo argomento: Giancarlo Fisichella. Un caso unico nello sport mondiale, un "fenomeno" da studiare. Chi è Giancarlo Fisichella? Per chi non lo sapesse, è un modestissimo pilota che, non si sa come, è riuscito a disputare oltre 200 GP in Formula 1, correndo per scuderie prestigiose come Renault e Ferrari. E proprio nel periodo Renault, quando il suo compagno di squadra vinceva 16 gare e due titoli mondiali in due stagioni, lui metteva insieme la bellezza di... 2 vittorie, con la monoposto più forte in circolazione. E nonostante ciò, ancora oggi ripete che non ha mai avuto l'auto giusta per vincere il mondiale. Evidentemente le legnate prese dal compagno Alonso gli hanno fatto perdere la memoria...
In quei due anni, il cosiddetto "Fisico" ha dato prova di grande fantasia. Memorabili le sue "scuse" per giustificare risultati mediocri. Dopo una corsa conclusa a distanza siderale dai primi, diede la colpa del risultato ai suoi tecnici che "dopo le qualifiche mi hanno abbassato la macchina di mezzo millimetro (!!)". A volte, la differenza tra vittoria e secondo posto può essere mezzo millimetro, con Fisichella quel mezzo millimetro può essere la differenza tra una vittoria e un ottavo posto... Ancora, Barcellona '06: dritto nella sabbia, posizione ceduta a Schumacher. Di chi fu la colpa? Sua? Ma no! Le sue parole furono: "Mi ha distratto l'ingegnere contattandomi via radio"... Ma insomma, lo volete lasciare in pace quando è impegnato alla guida? Ancora più clamoroso quest'anno, in Australia. Entra nei box per il rifornimento, ma sbaglia clamorosamente la frenata finendo oltre il suo box. Errore da principiante? No, semplicemente aveva il sole negli occhi. Come ce l'avevano anche tutti gli altri 19 piloti? No, a lui il sole era proprio entrato dentro il casco! Eccezionale!
Mi è capitata per le mani un'intervista doppia a lui e Trulli, un qualcosa di meraviglioso. Riporto solo risposte di Fisichella (in corsivo il mio pensiero):
Qual è il sorpasso più grande che hai fatto, quello che ricordi più volentieri?
Fisichella: "Forse (?) quello su Michael Schumacher a Hockenheim nel 2005: ero senza freni (??) e sapevo di avere una sola chance e un solo tentativo di passare. Ed è andata bene."
SENZA FRENI??? Giancarlo, ti sei dimenticato di dire che eri anche senza volante e con una gomma a terra...! Va da sè che non ci sono prove filmate di questo fantasmagorico sorpasso senza freni che, FORSE, è stato il sorpasso più bello di Fsichella. Andiamo avanti.
E quello che ti è piaciuto di più anche se non eri tu il protagonista?
Fisichella: "E' difficile ricordarli tutti e poi quando sono in macchina non so cosa fanno gli altri..."
Una risposta che denota la piccolezza di questo omuncolo tutto preso da se stesso. Lui era in macchina quando Gilles Villeneuve e Arnoux si prendevano a ruotate a Digione nel '79, o quando Piquet sverniciava Senna all'esterno in Ungheria nell'87, o ancora quando Mansell e Senna percorrevano affiancati il rettilineo di Barcellona nel '91, non poteva proprio vederli...
Qual è la scena o l'episodio o la gara che vorresti assolutamente vedere in un dvd sulla F1?
Fisichella: "Vorrei vedere più sorpassi possibili, sono la parte più emozionante delle gare. E nel 2006 ne ho fatti tanti..."
Oh madonna! Lui è l'unico che, nel periodo più avaro di sorpassi nella storia della F1, è riuscito a farne tanti. Forse, nella sua mediocrità, considera sorpassi anche i doppiaggi, chissà...

Per concludere, stagione 2009. Si realizza il sogno del nostro Fisichetta: guidare una Ferrari. Obiettivo? Fare meglio del bistrattato Badoer, messo nell'abitacolo dopo dieci anni di inattività. Risultato? Vediamola alla Fisichella: positivo, è riuscito a non fare peggio di Badoer... Dopo la prima gara, conclusa mediocremente ovvio, il nostro "fenomeno" disse: "Devo ancora prendere le misure, la prossima volta andrà meglio". E così ha continuato a ripetere, dopo la seconda, la terza, la quarta gara finchè la stagione è finita. Cos'è successo? Sta ancora prendendo le misure...



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venerdì 22 gennaio 2010

Papino il breve.

Ecco, in due parti, la puntata di Blob andata in onda ieri sera. Con l'ennesima, ridicola, figura di merda del nostro presidente del Consiglio davanti ai bambini di una scuola elementare...






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giovedì 21 gennaio 2010

Il più grande (italiano di tutti i tempi)...

Siamo di fronte ad un momento storico: 2010, l'anno della resa dei conti. Dobbiamo stabilire chi, nella millenaria storia dell'essere umano, è il più grande italiano mai esistito. Dobbiamo votare quale italiano è stato in grado di lasciare un solco visibile e indelebile nella Storia, quella con la S maiuscola. L'italiano più importante, l'italiano più grande. Cominciamo: chi è stato più importante per le sorti dell'umanità fra Dante Alighieri, Giuseppe Garibaldi e Rosario Fiorello? Chi è stato il più grande fra Leonardo da Vinci, Galileo Galilei e Alberto Sordi? Votiamo, scegliamo, decidiamo, è aperto il televoto! Ricordo che non si possono votare personaggi politici, anche se in Italia ne avremmo parecchi che potrebbero tranquillamente ambire al titolo di Italiano Più Grande Di Tutti I Tempi: Benito Mussolini, Giulio Andreotti, Bettino Craxi, e pure il quasi Nobel per la pace Silvio Berlusconi... Gentilmente SMETTETE DI VOTARLI!
Nessuno di questi solletica il vostro televoto? Nessun problema, si può scegliere anche tra San Francesco d'Assisi, papa Giovanni XXIII e Vittorio De Sica. Oppure Caravaggio, Padre Pio e, che so, Laura Pausini. Ancora nulla? Allora butto lì Michelangelo, Cavour e il mago Zurlì. Così va già meglio, vero? Ecco le carte che girano, i voti sono stati numerosi, i centralini intasati. Ecco il primo responso: Garibaldi... sei stato eliminato! Caravaggio: sei grande, ma ti devi accontentare di rimanere nelle 100.000 lire da collezione. Padre Pio: anche per te, nulla da fare. I televoti per la Pausini provenienti dal Sud America hanno fatto la differenza...
A tutti coloro che, sorridendo, mi attribuiranno il merito di questa idea dico: non ho nessun merito, non ho inventato nulla. Questo po po di roba è andato in onda ieri, in prima serata, nella seconda rete del cosiddetto servizio pubblico. Non ci credete? Ecco le prove:



I conduttori sono decisamente all'altezza della trasmissione, così come la commissione giudicante che, come avete potuto vedere, comprendeva Mara Venier, Vittorio Sgarbi, l'ancella di Santoro ad Annozero (non conosco il nome...), Tinto Brass e chissà chi altro... Se Garibaldi avesse saputo che sarebbe stato eliminato al primo turno, altro che "Obbedisco"... E Padre Pio? Pensate che si sarebbe lasciato bucare le mani con tanta facilità sapendo che avrebbero considerato Laura Pausini più importante di lui...?

Meno male che siamo italiani e non tedeschi, altrimenti il tedesco più grande di tutti i tempi sarebbe stato Adolf Hitler, al ritmo di Oh my little pretty one, pretty one, when you gonna give me some time Sharona...


PS: nella lista di personaggi, che ho inserito nei commenti, manca l'uomo senza il quale tutto ciò non sarebbe stato possibile: Antonio Meucci. Senza telefono, oggi non ci sarebbe televoto...


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martedì 19 gennaio 2010

E Dio disse: "Sia fatta la tecnologia!"


Dopo il buio e la luce, e naturalmente dopo il settimo giorno dedicato al riposo, venne il momento della tecnologia! Alla faccia di chi ancora sostiene che sia il sole a girare intorno alla Terra, Dio non solo ha creato la tecnologia, ma ne fa pure un ampio utilizzo! Come? Ecco l'ultimo ritrovato della ricerca clerico-scientifica: il Santo Rosario Elettronico! Di che si tratta? Ma perdio, è semplicissimo: il Santo Rosario Elettronico è un innovativo apparecchio di dimensioni ridotte, comodo e portatile. Il santo rosario è recitato da una voce e da un coro di persone che risponde. Semplicissimo da utilizzare, il Santo Rosario Elettronico può essere ascoltato come riflessione oppure si può rispondere alle Ave Maria come di consueto. Il rosario digitale è utile per chi viaggia, per chi vuole pregare in movimento (auto, treno, aereo ecc.) ed è consigliato per anziani o ammalati. Funziona a batteria, è dotato di memory card intercambiabile per la recita guidata dei Misteri del Rosario Mariano in più lingue. L'inserimento degli auricolari disattiva automaticamente la riproduzione attraverso l'altoparlante. La regolazione del volume si effettua attraverso una rotella posta sul lato destro del riproduttore. Che si vuole di più? Inoltre nella confezione sono compresi anche:

num. 1 rosario elettronico con altoparlante
num. 1 memory card in lingua italiana
num. 1 cuffia auricolare stereo
num. 1 laccio da polso
num. 2 batterie tipo AAA 1,5V
num. 1 astuccio contenitore
Istruzioni in 4 lingue
Certificato CE

Il tutto al modico prezzo di 29€ spese di spedizione escluse! Va bene la misericordia, ma la tecnologia ha un prezzo e Dio rispetta il lavoro sfruttato e sottopagato dei cinesi che si sono dovuti occupare di questo innovativo apparecchio consigliato per anziani e ammalati, e della sua confezione elegante, naturalmente!
Ma adesso vediamo anche le immagini di questo strumento che non esiterei a definire... miracoloso!



Ovviamente il prodotto è approvato e consigliato anche dalla Padre Pio Corporation Ltd...!


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lunedì 4 gennaio 2010

I cinque madrigalisti moderni.

Non ho saputo resistere...





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