martedì 1 maggio 2012

Anch' io ho paura di Grillo!!!!!

Tutto questo rumore  mi ha svegliato, mentre riposavo  in  pace senza  scrivere una riga che  non fosse un commento su facebook o una mail di protesta alla società del gas.
Da settimane  continuo  ad  avere notizie  su Grillo e  i suoi comizi, e  non  perchè sia un assiduo frequentatore  del suo blog, bensì perchè leggo i giornali, e  dopo lo sciagurato incidente motociclistico di Belen Rodriguez, il mito Grillico ha spesso uno spazio sulla home page dei quotidiani nazionali. Dagli editoriali sul Corsera ( Aldo grasso , G. Sartori ) a quelli de "La Stampa" e di Ferrara ( bellissimo pezzo peraltro ) sul suo Foglio, dalla  trasmissione di Formigli, agli stralci sparsi sulle  varie reti ( persino Fiorello! ) . Grillo, ad una manciata di giorni dalle amministrative si tira dietro un intero sistema che gli da contro: i  politici lo sminuiscono, lui li ribattezza con turpi appellativi, i giornali lo bastonano, lui tempesta il web coi suoi messaggi. Grillo è l'antipolitica, è il male, è peggio della crisi e più fastidioso  dell' aumento della benzina. E  poi sputa quando  parla. Una tale unanimità di voci tra stampa e tv  non si verificava dai tempi bui del Min.cul.pop. ,mentre non v'è umana memoria di  una convergenza  d'opinioni tale da parte delle forze politiche : tutti contro Grillo e Grillo contro tutti.
Grillo come  una profezia maya, come  il 12 dicembre 2012, di cui si fa un gran  parlare e  si cerca di scongiurarlo pur vivendo nell'era della scienza, allo stesso modo la politica che alza lo scudo contro ciò che definisce " antipolitica ", come se Darwin avesse paura dei fantasmi.
Nell'era in cui tutto diventa scienza, anche la comunicazione, in un sistema sorretto economicamente dalla pubblicità siamo veramente sicuri che questo polverone contro il comico genovese produca gli effetti desiderati? Desiderati da chi poi ? Salvatori dell' umana specie se ne ricordano pochi se non si arriva perfino a dubitare delle loro opere o della loro esistenza storica, faccio perciò fatica a pensare che la politica  o il sistema  mediatico voglia  preservarmi dallo Tsunami Grillo.
Il politico è ontologicamente demagogo e populista, ammalia le folle con promesse e  progetti per i quali non può farsi garante, se non a parole, della loro concreta attuazione ( con apici tragicomici come il "contratto con gli italiani " ), perciò dislocare Grillo agli antipodi della politica per quanto concerne  i suoi modi mi pare come tirarsi  la zappa sui piedi. 
Nel suo programma di una quindicina  di pagine  Grillo porta avanti un 'idea di politica differente  da quella a noi nota, con una partecipazione attiva e  una conseguente  assunzione di responsabilità da  parte del singolo cittadino, un ridimensionamento dell'abisso che c'è tra la classe politica e la popolazione, e  il lungimirante tentativo di levare l'oceano di interessi economici che imbrigliano  la politica e  i  suoi esponenti sia  a da destra a sinistra. Parla di un nuovo modo di concepire le nostre esigenze e di come (ri)  utilizzare  l'energia con  un occhio di riguardo verso l'ambiente. 
Non vorrei scadere  in un'apologia del movimento a 5 stelle, ma  per  quanto  i punti del  fantasioso programma  possano essere opinabili, di difficile attuazione o quant' altro, quel  che  emerge  è che la politica  non ha alcuna intenzione  di ridiscutere concretamente la  sua organizzazione e le sue modalità di operare.  Grillo spaventa perchè prova  a far crollare il sistema senza  passare all' interno delle sue strutture consolidate, combattendo i mass media con internet ,  e cercando  di venire  incontro alla popolazione "analogica", su cui appunto carta stampata e televisione spingono maggiormente,  ripetendo fino alla nausa il suo spettacolo pseudo comico anche nei piccoli centri urbani, girando  l'Italia  a brodo del suo camper.
Si  ha paura di Grillo, o degli italiani ?  L' indignazione che potrebbe  portare  ad un gran successo del comico genovese provocherebbe  più danno alla nazione o al sistema politico attuale ? E' mai possibile che  le sparate di un comico possano essere  più convincenti di chi la politica la fa per professione ?

Tizeta