martedì 22 febbraio 2011

- Una storia italiana - ULTIMO episodio: Il fallimento.


IL PROGRAMMA PER UN’ITALIA PIÙ GIUSTA, PIÙ MODERNA, PIÙ COMPETITIVA

La modernizzazione dello Stato, l’Italia “on line”, le riforme istituzionali, la rivisitazione dei codici, le grandi opere, il piano per il Sud, la rivoluzione fiscale, il rilancio del sistema scolastico e della ricerca scientifica. Ecco l’Italia nuova, il progetto della Casa delle Libertà, l’Italia del 2010 (in sostanza, il fallimento di 10 anni di governi Berlusconi)


LE CINQUE GRANDI “MISSIONI” PER CAMBIARE L’ITALIA

1 Riorganizzazione dal profondo di tutti gli apparati dello Stato per un nuovo modello di Stato informatizzato e digitalizzato ed estensione della utilizzazione di Internet e delle tecnologie digitali dalla Pubblica Amministrazione alla scuola, all’università, alle imprese, a tutti i cittadini entro il 2005 (siamo nel 2011, e queste sono rimaste parole). OBIETTIVO FALLITO

2 Riforma dell’architettura istituzionale dello Stato: elezione diretta del Capo dello Stato, dimezzamento del numero dei parlamentari, devoluzione alle Regioni della responsabilità per la scuola, per la sanità e per la difesa dei cittadini dalla criminalità urbana (10 anni dopo, se ne parla ancora). OBIETTIVO FALLITO

3 Rivisitazione del complesso delle leggi e dei Codici per giungere alla formazione di Testi unici e di un nuovo Codice delle norme fiscali con l’abrogazione di migliaia di leggi (ci si ricorda soltanto un falò di Calderoli, in cui vennero bruciati i testi di "oltre 3000 leggi". Effetti reali?). OBIETTIVO FALLITO

4 Realizzazione del nostro “Piano per le grandi opere” indispensabili per il nostro Paese: strade, autostrade, ferrovie, ponti, porti, metropolitane, reti idriche. Difesa del territorio per resistere alle calamità naturali e valorizzazione del nostro grande patrimonio ambientale e artistico (nel frattempo sono state poste circa una dozzina di prime pietre del ponte sullo stretto, la Salerno-Reggio Calabria è nelle stesse condizioni e per quanto riguarda il patrimonio artistico, hanno affidato ad un architetto all'avanguardia la ricostruzione della Domus Gladiatorii di Pompeii. Più fallito di così...). OBIETTIVO FALLITO

5 Attuazione del nostro “Piano per il Sud”, chiave di volta dello sviluppo nazionale: lotta alla criminalità, nuove infrastrutture, incentivazione del turismo e dell’agricoltura, meno burocrazia, convenienza fiscale per gli imprenditori ad investire nel Meridione (siamo in fremente attesa della Banca del Sud annunciata qualche tempo fa...). OBIETTIVO FALLITO


LE CINQUE “STRATEGIE” PER MIGLIORARE LA VITA DEGLI ITALIANI

1 Attuazione della nostra ricetta per il benessere: meno tasse sulle famiglie, sul lavoro e sulle imprese, meno burocrazia, meno divieti, meno sperperi di denaro pubblico, per avere più sviluppo e più lavoro, più risorse da investire per il bene di tutti (meno tasse: forse la più grande sciocchezza della storia della democrazia; meno sperpero di denaro pubblico: per informazioni rivolgersi alla Guido Bertolaso SPA). OBIETTIVO FALLITO

2 Attuazione di una nuova politica sociale per aiutare chi è rimasto indietro e per aiutare chi aiuta gli altri: aumento ad 1 milione delle pensioni minime, nessuna imposta sulle famiglie con redditi inferiori a 20-22 milioni, “buono scuola” e “buono salute”, meno vincoli e più incentivi per il volontariato (la famigerata social card ancora non era prevista). OBIETTIVO FALLITO

3 Attuazione del nostro “Progetto per la prevenzione dei reati” con la riorganizzazione dell’intero apparato della sicurezza per proteggere davvero i cittadini: controllo del territorio, forze dell’ordine meglio equipaggiate e meglio pagate, rapidità dei processi, certezza della pena, controllo dell’immigrazione clandestina (semplicemente NO COMMENT). OBIETTIVO FALLITO

4 Attuazione del nostro “Piano per la scuola, per la alfabetizzazione digitale e per la ricerca scientifica”, le vere ricchezze del nostro futuro: sospensione della riforma dei cicli scolastici, le tre “I”, Inglese, Internet, Impresa, più investimenti e meno vincoli per la ricerca (commentare si fa sempre più imbarazzante: alfabetizzazione digitale, ricerca scientifica come ricchezza del futuro, inglese, internet, impresa... Quasi stento a credere che siano parole uscite dalla sua bocca!). OBIETTIVO FALLITO

5 Difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini con controlli più efficaci e rigorosi su aria, acqua e alimenti (andiamo di pari passo con lo sconfiggere il cancro entro tre anni - piccolo inciso: Silvio, sul cancro ti aspetto al varco!). OBIETTIVO FALLITO


LETTERA AGLI ITALIANI

Cara amica, caro amico,

l’appuntamento elettorale del 13 maggio sarà un appuntamento con la Storia, una scelta decisiva per cambiare l’Italia e garantire la nostra libertà, la nostra sicurezza, il nostro benessere. Viviamo nel 2000 ma la nostra amministrazione pubblica è rimasta quella di un secolo fa (nel 2011 si potrebbe continuare a dire la stessa cosa). Tutti gli apparati dello Stato sono antiquati, obsoleti, costosissimi ed inefficienti. La macchina politico-burocratica rallenta lo sviluppo dell’economia e crea difficoltà di ogni genere ai cittadini e alle imprese. Noi stiamo lavorando da tempo con le più importanti aziende internazionali di consulenza organizzativa ad un nuovo modello di Stato, completamente informatizzato e digitalizzato, a cui i cittadini possano rivolgersi “on line” da casa o dall’ufficio per ottenere tutti quei servizi, ne abbiamo contati più di cento, che la pubblica amministrazione del futuro dovrà essere in grado di fornire. C’è poi da ammodernare l’architettura istituzionale dello Stato con l’elezione diretta, da parte dei cittadini, del Presidente della Repubblica, con il dimezzamento del numero dei parlamentari e l’attribuzione ai governi locali, più vicini alla gente, delle responsabilità in materia di istruzione, di formazione e di sanità (idem come sopra). Dobbiamo mettere mano al complesso delle leggi. Oggi in Italia esiste un numero incalcolabile di leggi che non garantisce certezza del diritto e serenità a chi vuole operare nel pieno rispetto delle regole. Si tratta di rivisitare il codice civile, il codice penale, i codici delle procedure, si tratta di abrogare molte leggi, di riunire le normative delle varie materie in testi unici e di dare vita a un nuovo Codice fiscale abrogando le attuali più di tremila leggi fiscali. È un immane lavoro a cui chiameremo i migliori fra i nostri giuristi (e invece è bastato semplicemente depenalizzare i reati da lui commessi. Certo, ora comincia a commetterne un po' troppi...). Ci sono da mettere finalmente in cantiere le grandi opere. L’Italia ha accumulato un grave ritardo nelle infrastrutture rispetto agli altri Paesi europei: il nostro sistema autostradale è da completarsi in più punti, i collegamenti ferroviari internazionali sono rimasti progetti sulla carta, devono essere realizzate o completate le metropolitane nelle principali città, è necessario intervenire sulle reti idriche del Sud e realizzare un grande piano di opere per resistere alle calamità naturali con la messa a regime degli alvei del Po, dell’Arno, del Tevere e dei sistemi torrentizi di molte regioni (e non è stato possibile farlo, almeno in parte, in 10 anni?). Il Sud infine è la nostra grande opportunità, il tesoro nascosto che dobbiamo saper valorizzare per far ripartire lo sviluppo dell’intero Paese. Il “Piano per il decollo del Sud” è un punto fondamentale del nostro progetto per l’Italia (talmente fondamentale che è ancora tutto sulla carta...). Per quanto riguarda il programma economico, la nostra “Ricetta per l’equità fiscale, per il benessere, per il lavoro e per la solidarietà” si sostanzia dei principi dell’economia sociale di mercato che è parte fondamentale del nuovo programma del Partito Popolare Europeo. I nostri obiettivi fondamentali sono la guerra alla povertà, alla disoccupazione, alle tasse ingiuste, alla burocrazia eccessiva, alla criminalità (guerra miseramente perduta). Il primo dei traguardi che ci prefiggiamo è quello di far entrare nell’area del benessere i sette milioni e mezzo di nostri concittadini che vivono nell’indigenza (che invece sono stati raggiunti nell'indigenza da chi, nel 2001, indigente non era!). Per realizzare questo obiettivo è necessario dare un forte impulso all’economia per creare nuovi posti di lavoro e attuare una nuova, forte politica sociale. La ricchezza delle nazioni è data dal numero dei cittadini che lavorano e dal livello qualitativo della loro attività. Se vogliamo un’Italia prospera e competitiva nel mondo della “New Economy” dobbiamo investire nella cultura, nella formazione, nell’istruzione (eh sì, l'ha proprio detto. A dieci anni di distanza, sembra quasi pazzesco che siano parole sue. E pure scritte nero su bianco!). Questa è la missione che ci assegniamo per l’Italia. Per l’Italia del 2010, per l’Italia del nuovo millennio. Non è un progetto di centro, di sinistra o di destra: è semplicemente ciò che è indispensabile e urgente fare per il bene dell’Italia e di tutti gli italiani se vogliamo far crescere il nostro benessere, la nostra sicurezza, la nostra libertà (siamo nel 2011: l'Italia del 2010 è rimasta al 2001). È una grande sfida, un compito tanto esaltante quanto difficile ma vale la pena di provarci. Per queste ragioni l’appuntamento elettorale che ci attende sarà fondamentale: sarà davvero una scelta di campo, la scelta decisiva da cui dipenderà il nostro futuro.

Sono sicuro che l’Italia che ho in mente io sia come quella che hai in mente tu: un Paese nel quale nessuno debba sentirsi un cittadino di serie B, un Paese dove nessuno debba sentirsi abbandonato nella malattia e nella povertà, un Paese dove tutti possano sentire lo Stato e le sue istituzioni come la propria casa e non come un nemico in agguato, un Paese dove nessuno debba sentirsi a rischio solo perché sono al governo i suoi avversari (ahahahaha! Ricordo parole come "noi siamo per la cultura della vita, LORO per la cultura della morte...". Scusate, mi son lasciato andare, mi ricompongo...), un Paese dove tutti abbiano la possibilità di istruirsi, di realizzarsi, di dare il meglio di sé, un Paese libero, prospero e giusto dove per tutti sia possibile tenere aperta la porta alla speranza (la speranza che sia lui ad imboccare l'uscita attraverso quella porta...).

Con i più cordiali auguri

Silvio Berlusconi




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