Per la prima volta, l'ex governatore della Sardegna ammette i suoi errori. Ma difende la tassa sul lusso, l'impegno ecologico e le primarie del Pd. "L'Unità"? Sono pronto a venderla". "In politica non bisogna mai avere troppa fretta. Io l'ho imparato a mie spese, da presidente della Sardegna, pensando di poter cambiare il mondo in cinque anni. Perciò oggi penso che Pier Luigi Bersani non si debba far divorare dalla fretta di mandare a casa Silvio Berlusconi; bisogna prima fare in modo che il progetto del Pd sia ben chiaro agli italiani".
Da dieci mesi Renato Soru non è più governatore della Sardegna: è tornato a tempo pieno a fare il patron della sua Tiscali, ma non ha perso la passione per la politica. E non solo perché è editore della gloriosa Unità, acquistata nel maggio del 2008. Ora, per la prima volta dopo le elezioni regionali perse a febbraio contro il candidato del Pdl, Ugo Cappellacci, l'uomo che era stato addirittura considerato un possibile leader nazionale del centrosinistra rompe il silenzio.
Quanto le manca la poltrona di governatore?
Ho sofferto per la sconfitta, certo. Ma oggi che sono rientrato in azienda lavoro con entusiasmo, non ho vuoti da riempire. E penso che la politica, in altro modo, continuo a farla. Per esempio preoccupandomi che la mia azienda esca dalle difficoltà senza licenziare nessuno, come finora ha fatto.
Ha detto addio a una forma più diretta di impegno politico?
No: ho creato un'associazione che si chiama Sardegna democratica e nei finesettimana partecipo spesso a convegni dove si parla di temi importanti per la mia regione come ambiente, scuola, energia. E faccio parte dell'assemblea nazionale del Pd.
Si è dato una ragione della sconfitta?
La prima ragione è che gli italiani si formano un'opinione attraverso la tv, e io non l'ho avuta dalla mia parte, soprattutto nel momento decisivo.
Si potrebbe obiettare che questa condizione non le aveva impedito di vincere nel 2004...
E infatti attribuisco più rilevanza al secondo motivo. Cinque anni di riforme urgenti, necessarie ma drastiche in quasi tutti i campi, mi hanno alienato le simpatie di troppe lobby.
Quali lobby ha sfidato?
Tutte. Ho tagliato più di 1.000 poltrone, fra enti di tutti i tipi. Ho soppresso 24 comunità montane, ho tolto alla Coldiretti il controllo sulle dighe e sui consorzi di bonifica, ho messo ordine nella mangiatoia della formazione professionale che sprecava 300 milioni di euro l'anno, ho tagliato i costi della sanità sfidando anche la lobby della sanità privata. Ho fatto il piano paesaggistico regionale trovandomi contro tutti gli immobiliaristi...
Errori non se ne rimprovera?
Quando fui eletto governatore, avevo appena inaugurato la nuova sede di Tiscali: solo un anno dalla prima pietra all'apertura. Pensavo che anche in politica si potesse fare lo stesso. Ho sottovalutato l'inerzia della pubblica amministrazione, l'eccesso di regole a volte confuse e contraddittorie.
Veramente l'hanno accusata anche di ruvidità, di scarsa comunicazione con il resto del mondo.
Questo è falso. La mia amministrazione era accessibilissima. Ricevevo nel giro di uno o due giorni chiunque volesse incontrarmi. Quanto alla comunicazione, forse sono stato io a sottovalutarne l'importanza. Ma resta il fatto che per cinque anni non sono stato mai intervistato né dall'Unione sarda né da Videolina.
L'accusano anche di avere allontanato i turisti con una politica un po' talebana: la tassa sul lusso e quella sulle barche.
I sardi non hanno affatto vissuto negativamente queste decisioni. Quanto alla tassa sul lusso, ha patito anche un nome sbagliato, caricaturale, inventato dal Corriere della sera. Serviva a creare risorse per tutelare l'ambiente e per lo sviluppo delle zone interne, e con un esborso che equivaleva a una settimana d'affitto delle case interessate. Vedo che in Trentino c'è una tassa sui valichi per finanziare la difesa dell'ambiente, e nessuno protesta.
E le barche ?
Perché un pullman in gita scolastica paga 500 euro per parcheggiare in una città d'arte e una barca lunga più di 16 metri non deve pagare per approdare in Sardegna?
Si è sentito tradito anche dal suo partito?
Effettivamente non tutto il Pd è stato sempre compatto a difesa delle riforme che erano necessarie per l'isola.
Molti suoi colleghi del Pd sardo sostengono che era piuttosto lei a voler fare fuori i partiti.
È una balla. Nel 2004, i sondaggi dicevano che avrei potuto anche vincere senza e contro i partiti, ma non l'ho fatto. Anzi, dopo il voto sciolsi la mia lista, Progetto Sardegna.
Lei non ha mai nascosto di non avere grande stima dei partiti.
E anche questo è falso. Non credevo e non credo che sia possibile far politica fuori dai partiti. Certo, ne andrebbe meglio regolata la vita interna, soprattutto per aumentarne la trasparenza.
Per chi ha votato alle primarie del Pd?
Per Dario Franceschini.
Perché?
Per il suo sostegno netto al metodo delle primarie.
Che invece già dalle prossime regionali rischiano di essere messe in naftalina dal Pd.
E sarebbe un grave errore.
Cos'altro non le piace della gestione Bersani, teme forse che ammorbidisca l'opposizione?
Bersani merita che lo si lasci lavorare; ma più che opposizione dura, credo che oggi ci sia bisogno di far vedere con chiarezza agli italiani qual è l'alternativa proposta dal centrosinistra.
Tradotto?
Preferisco che il Pd faccia un lavoro sul progetto piuttosto che sulle alleanze.
Leggasi Udc e centristi vari.
Alleanze senza una vera condivisione di valori e progetti rischiano di farci perdere ciò che stiamo costruendo con gran fatica, ossia la prospettiva di una democrazia dell'alternanza. In certe regioni è meglio prendere il tempo necessario piuttosto che tornare al governo prima senza realizzare il progetto del Pd.
Vale anche per il governo nazionale?
Non mi fa paura che Berlusconi resti al governo un anno in più. Mi spaventa invece che dal solo desiderio di batterlo nasca una palude centrista, un altro Caf (l'alleanza Craxi-Andreotti-Forlani, ndr) che poi resti in campo per i prossimi 20 anni.
Perchè non vuole rimettere mano al portafogli per "L'Unità"?
Non credo che L'Unità abbia bisogno di ulteriori ricapitalizzazioni. Ora è in sostanziale equilibrio economico e vende in edicola 55 mila copie, più altri 230 mila contatti giornalieri di utenti unici su internet.
È vero che vuol vendere l'"Unità"?
Il mio impegno sull'Unità è nato in un momento diverso, quando sembrava che avrei venduto Tiscali. Oggi non sarei contrario che qualcuno mi avvicendasse.
È immaginabile un ritorno di Renato Soru alla politica?
Oggi lo escludo. Sono totalmente impegnato in azienda e ho davanti a me anni di lavoro. Ma l'aver fatto politica mi ha dato più consapevolezza che la vicenda di ognuno è legata a quella degli altri.
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3 commenti:
Proprio oggi, un anno fa, Soru era ospite di Fabio Fazio a "Che tempo che fa", nel mese di transizione dopo aver presentato le dimissioni. Ora il presidente della regione Sardegna è Ugo Cappellacci, eletto in contumacia...
Siamo stati citati nel forum dell'Unione Sarda...
http://forum.unionesarda.ilsole24ore.com/posts/list/5980.page
La discussione che ne segue è un pò scialbetta, ma d'altronde non si pretende nulla da chi legge l'Unione Sarda...
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