Da settimane continuo ad avere notizie su Grillo e i suoi comizi, e non perchè sia un assiduo frequentatore del suo blog, bensì perchè leggo i giornali, e dopo lo sciagurato incidente motociclistico di Belen Rodriguez, il mito Grillico ha spesso uno spazio sulla home page dei quotidiani nazionali. Dagli editoriali sul Corsera ( Aldo grasso , G. Sartori ) a quelli de "La Stampa" e di Ferrara ( bellissimo pezzo peraltro ) sul suo Foglio, dalla trasmissione di Formigli, agli stralci sparsi sulle varie reti ( persino Fiorello! ) . Grillo, ad una manciata di giorni dalle amministrative si tira dietro un intero sistema che gli da contro: i politici lo sminuiscono, lui li ribattezza con turpi appellativi, i giornali lo bastonano, lui tempesta il web coi suoi messaggi. Grillo è l'antipolitica, è il male, è peggio della crisi e più fastidioso dell' aumento della benzina. E poi sputa quando parla. Una tale unanimità di voci tra stampa e tv non si verificava dai tempi bui del Min.cul.pop. ,mentre non v'è umana memoria di una convergenza d'opinioni tale da parte delle forze politiche : tutti contro Grillo e Grillo contro tutti.
Grillo come una profezia maya, come il 12 dicembre 2012, di cui si fa un gran parlare e si cerca di scongiurarlo pur vivendo nell'era della scienza, allo stesso modo la politica che alza lo scudo contro ciò che definisce " antipolitica ", come se Darwin avesse paura dei fantasmi.
Nell'era in cui tutto diventa scienza, anche la comunicazione, in un sistema sorretto economicamente dalla pubblicità siamo veramente sicuri che questo polverone contro il comico genovese produca gli effetti desiderati? Desiderati da chi poi ? Salvatori dell' umana specie se ne ricordano pochi se non si arriva perfino a dubitare delle loro opere o della loro esistenza storica, faccio perciò fatica a pensare che la politica o il sistema mediatico voglia preservarmi dallo Tsunami Grillo.
Il politico è ontologicamente demagogo e populista, ammalia le folle con promesse e progetti per i quali non può farsi garante, se non a parole, della loro concreta attuazione ( con apici tragicomici come il "contratto con gli italiani " ), perciò dislocare Grillo agli antipodi della politica per quanto concerne i suoi modi mi pare come tirarsi la zappa sui piedi.
Nel suo programma di una quindicina di pagine Grillo porta avanti un 'idea di politica differente da quella a noi nota, con una partecipazione attiva e una conseguente assunzione di responsabilità da parte del singolo cittadino, un ridimensionamento dell'abisso che c'è tra la classe politica e la popolazione, e il lungimirante tentativo di levare l'oceano di interessi economici che imbrigliano la politica e i suoi esponenti sia a da destra a sinistra. Parla di un nuovo modo di concepire le nostre esigenze e di come (ri) utilizzare l'energia con un occhio di riguardo verso l'ambiente.
Non vorrei scadere in un'apologia del movimento a 5 stelle, ma per quanto i punti del fantasioso programma possano essere opinabili, di difficile attuazione o quant' altro, quel che emerge è che la politica non ha alcuna intenzione di ridiscutere concretamente la sua organizzazione e le sue modalità di operare. Grillo spaventa perchè prova a far crollare il sistema senza passare all' interno delle sue strutture consolidate, combattendo i mass media con internet , e cercando di venire incontro alla popolazione "analogica", su cui appunto carta stampata e televisione spingono maggiormente, ripetendo fino alla nausa il suo spettacolo pseudo comico anche nei piccoli centri urbani, girando l'Italia a brodo del suo camper.
Si ha paura di Grillo, o degli italiani ? L' indignazione che potrebbe portare ad un gran successo del comico genovese provocherebbe più danno alla nazione o al sistema politico attuale ? E' mai possibile che le sparate di un comico possano essere più convincenti di chi la politica la fa per professione ?
Tizeta