Cari bamboccioni di tutta Italia,
cosa aspettate a uscire di casa? hai paura di non essere all'altezza?
ti sbagli, tu sei quello di cui il paese ha bisogno!
Questo è quello che ha parole cercano di farci credere.
Mi spiego meglio!
Le opportunità di lavoro in questo paese in teoria ci sono tutte, sia nel pubblico nel privato.
I colloqui di lavoro che si svolgono quotidianamente in Italia sono tantissimi e centinaia di concorsi pubblici si svolgono nelle amministrazioni di stato ogni anno. Allora perchè ci si lamenta tanto?!
Semplicemente perchè dietro a tutto ciò si nasconde il nulla più profondo!
Partiamo dal settore privato.
Tantissime aziende(non tutte sia chiaro) vedendo i curriculum dei candidati esternano elogi incredibili tanto da proporti immediatamente uno stage o un tirocinio con grandi possibilità di nuova assunzione. Naturalmente tutto ciò non è retribuito monetariamente, ma il salario sarà l'esperienza che il lavoratore ha la possibilità di fare e la possibilità di un futuro impiego che nei sogni fa proprio al caso suo viste le lodi dell'imprenditore.
Si lavora per dei mesi, si impara tantissimo ma alla fine spesso a fine stage ci si stringe la mano e ognuno per la sua strada con il risultato di aver buttato via tempo prezioso e tante energie, ma solo da un lato, ovvero quello del lavoratore, perchè spesso l'imprenditore ha potuto usufruire di manodopera gratuita e in certi casi ci ha pure guadagnato grazie a finanziamenti pubblici.
Ancora più eclatanti sono quei posti dove l'assunzione è immediata solo leggendo il curriculum per poi proporre un lavoro co.co.pro che diventa un lavoro di completa dipendenza e non un lavoro di semplice collaborazione come sarebbe da contratto di cui si mantiene solo la retribuzione. Questa situazione ha un vantaggio: crea meno illusione, una più immediata coscienza della situazione e una minore perdita di tempo; in pratica si abbandona l'inghippo con più velocità.
L'inghippo peggiore però può essere dato dalla pubblica amministrazione.
Della miriade di concorsi indetti sono una percentuale diventano concreti posti di lavoro.
Alcuni vengono proclamati dalla giunta di turno ma mai pubblicati sulla Gazzetta e questi non li teniamo in considerazione.
Passiamo a quelli "realmente esistenti",che possiamo dividere in varie categorie.
I primi vengono pubblicati, si raccolgono le domande di partecipazione ma di ammissione al concorso e prove selettive nemmeno l'ombra; a volte passano anni, a volte viene dimenticata l'esistenza del concorso stesso oppure viene criptato l'esito delle ammissioni facendo giungere la notizia solo a chi fa comodo.
La seconda categoria la chiamiamo "escludiamo un po come ci va!".
Funziona letteralmente così!
facciamo un esempio concreto: il bando recita come requisito di partecipazione "età non superiore ai 26 anni" ma il candidato nato nel luglio del 1983 viene escluso perchè avente "un età superiore ai 26 anni al 05/02/2009" quando aveva LEGALMENTE 26 anni in quanto si ha quell'età fino a quando non se ne compiono 27.
Morale della favola, o si va al TAR, naturalmente se si hanno tempo, voglia e soprattutto soldi,(e si vince con grandissime probalità vedendo le sentenze recenti) o ci si deve arrendere.
La terza categoria è quella dei concorsi che si svolgono ma poi delle assunzioni reali manco la proiezione su un muro.
Un articolo dei giorni scorsi di Repubblica indica come esistono 100mila vincitori di concorso senza che ci sia stata la chiamata dall'ente competente. Questo provoca effetti devastanti nell'individuo che la subisce. Molto spesso la vittoria di un concorso è fonte di anni di studio e sacrifici, di spese non indifferenti visti i costi dei libri per prepararsi e le trasferte da affrontare per essere presenti alle prove e ritrovarsi con un pugno di mosche in mano dopo aver affrontato tutto questo non è esperienza bella da vivere.
Se poi aggiungiamo che si prevede un taglio di 300mila posti di lavoro pubblici questi possono mettersi l'anima in pace e chi deve ancora inserirsi nel mondo del lavoro pensare che oltre a quei 300mila in meno dovrebbe pure mettersi in fila dietro ai 100mila in attesa.
Ora mi rivolgo a chi sta più in alto di me, a chi dovrei conferire l'autorità di darmi delle responsabilità in cambio di guadagnarmi da vivere.
Ecco come si proclama il falso ottimismo. Peggio di creare disperazione va sicuramente posto la volontà di creare false speranze perchè da più in alto si casca più ci si fa male.
E' inutile cercare di trattenere i laureati in Italia con false promesse, tanto vale farli andare via: saranno contenti loro e non conteggieranno la loro "fiducia nelle istituzioni" nelle generazioni successive, fenomeno che potrebbe prendere piede a breve se si continuasse con questa situazione.
Ci sono due possibilità:
1-ci date la possibilità di smettere di essere dei "bamboccioni incazzati"
2-lasciateci andare e cercate di costruire qualcosa di concreto con la generazione successiva alla nostra tenendo nascosto quello che avete fatto a noi!