Più che un festival letterario, sembra una sagra della salsiccia. Senza salsiccia. Le impressioni che rimangono dopo essere stati a Gavoi, spinti dalle voci che promettono di farvi assistere ad un coinvolgente Festival Letterario, sono negative: di festival non c'è nulla, di coinvolgente ben poco. Se il momento più alto è Marco Presta, qualcosa non va. L'organizzazione, prima di tutto: insufficiente; diluiti in 3-4 giorni incontri che si potrebbero svolgere tranquillamente in 2, evitando così clamorosi buchi, anche di due ore, tra un incontro e l'altro. Gli incontri, poi, sono semplici presentazioni di libri, tutto sommato, cui si è "costretti" ad assistere perchè non vi sono alternative. Quattro o anche cinque mila persone al giorno si ritrovano tutte contemporaneamente nello stesso posto, allo stesso momento, in spazi che sono angusti, ristretti, e se si vogliono evitare file di un'ora (in anticipo rispetto all'incontro previsto) non rimane altro che seguire da lontano, magari sotto un sole cocente, oppure rassegnarsi alle vasche per le vie del paese (soluzione di ripiego già durante la lunga pausa pranzo di due ore e mezza), guidati dai volti di ospiti famosi, passati, presenti e futuri, appesi ai muri delle case lungo le strade, che all'interno di un'organizzazione così rigida e ingessata rischiano di somigliare a foto del Soviet Supremo, eccezion fatta per Giacomo Papi col suo naso pesto...
L'aspetto più sconcertante, per un appuntamento che vuole definirsi festival, è vedere le persone abbandonate a loro stesse nell'arco della giornata, che vagano per il paese trovando conforto unicamente nei numerosi bar; dov'è il coinvolgimento dei festival? Dov'è l'atmosfera di condivisione? Dov'è lo stimolo intellettuale? E' rimasto nelle parole di chi fa pubblicità, lodando un appuntamento che si rivela ben al di sotto delle aspettative suscitate da tutte quelle lodi sperticate. Per l'ultima giornata affidatevi allo streaming: l'atmosfera che si respira a Gavoi è quella di un paese preso d'assalto dai turisti il 15 di agosto. Per chi va alla ricerca di un momento di tremenda bellezza, rimane soltanto la cameriera del tumBARinu...
L'aspetto più sconcertante, per un appuntamento che vuole definirsi festival, è vedere le persone abbandonate a loro stesse nell'arco della giornata, che vagano per il paese trovando conforto unicamente nei numerosi bar; dov'è il coinvolgimento dei festival? Dov'è l'atmosfera di condivisione? Dov'è lo stimolo intellettuale? E' rimasto nelle parole di chi fa pubblicità, lodando un appuntamento che si rivela ben al di sotto delle aspettative suscitate da tutte quelle lodi sperticate. Per l'ultima giornata affidatevi allo streaming: l'atmosfera che si respira a Gavoi è quella di un paese preso d'assalto dai turisti il 15 di agosto. Per chi va alla ricerca di un momento di tremenda bellezza, rimane soltanto la cameriera del tumBARinu...
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