mercoledì 15 aprile 2009

The Truman-Cappellacci show.


In apertura del suo intervento, mercoledì mattina in Consiglio regionale, Renato Soru ha fatto gli auguri al nuovo governo e al Presidente Cappellacci: “Ne ha bisogno, e anche a me nel 2004 sarebbe piaciuto riceverli, ma non è successo. E questo credo sia il segno di un avvio diverso, di una maggiore disponibilità al lavoro comune”.

“Non è facile in questi pochi minuti – ha proseguito - fare una sintesi di quasi cinque anni di lavoro e della proposta diversa che abbiamo presentato agli elettori. Gli assessori lo hanno fatto in maniera certamente più approfondita, lasciando tanti documenti, libri, dossier per poter proseguire il lavoro avviato, un’opportunità che noi non abbiamo avuto”.

Renato Soru, in riferimento alle dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione Ugo Cappellacci, ha poi detto: “Il suo intervento mi ricorda un reality, anzi il film Truman show, dove il personaggio principale svolgeva un ruolo senza rendersi conto che, a guidarlo, da dietro, c’erano delle cordicelle. Sembrava un mondo bellissimo, ma poi gli è bastato fare un passo in più per scoprire che lo sfondo era finto e dietro non c’era nulla. Così il suo intervento, come il dibattito che ne è seguito, con questa enfasi, sembra l’interpretazione di un ruolo assegnato. Ha parlato di democrazia, di alternanza al governo. È vero, ma nondimeno non credo sia stata esercitata bene la democrazia in questa campagna elettorale, per il ruolo svolto dal Presidente del Consiglio. Credo che la democrazia sia preziosa oggi e lo sia sempre, quindi è necessario salvare le regole democratiche. Il ruolo esercitato dal Presidente del Consiglio è stato errato. Come sarebbe errato se lo facesse lei – ha proseguito Renato Soru rivolgendosi al Presidente del Consiglio regionale – entrando nella competizione elettorale dei comuni per eleggere il sindaco, intervenendo, plaudendo e in qualche modo minacciando. Questo paese ha delle regole di par condicio e se qualcuno fa questo in campagna elettorale la democrazia ne esce minata per sempre e per tutti, da una parte e dall’altra. Quando il Presidente del Consiglio dice ‘abbiamo vinto perché ci ho messo la faccia’ sbaglia, offende tutti noi. Si vanta di aver sconfitto me come potenziale leader del Pd e sbaglia, perché è la visione che è sbagliata. Se il Presidente del Consiglio dice che la faccia l’ha messa lui, viviamo un reality, dove tutto è molto condizionato. E se è vero che non c’è un programma di governo, ma il programma è raccogliere le idee che verranno nei prossimi anni, dimenticando che la politica deve avere uno sguardo lungo, le idee non saranno le nostre, ma quelle di chi ci ha “messo la faccia”.

Renato Soru ha poi ricordato le promesse elettorali, già disattese, dalla presenza della Sardegna in Europa, all’industria sino alla strada Sassari-Olbia, “non più riconosciuta come diritto”.
“Non è tutto sbagliato quello che trovate” ha proseguito citando alcuni importanti risultati conseguiti dalla giunta precedente, tra cui la battaglia sulle entrate, citando i numeri del bilancio, “cresciuto del 40% rispetto al 2004. Le politiche si fanno con le risorse, usatele bene e non fatevele sottrarre”. Dopo aver sottolineato l’importanza del Documento Unico di Programmazione, che per la prima volta permette di “pianificare con un criterio”, Renato Soru ha ricordato che “fino a poche settimane fa c’erano molti miliardi di euro tra fondi europei, fondi FAS nostri e altri fondi da gestire insieme ai ministeri”, con un’assegnazione alla Sardegna del 12,61% del totale delle risorse destinate alle regioni del mezzogiorno d'Italia da qui al 2013. “E’ passato quasi inosservato che ben 4,400 miliardi di euro sono stati sottratti e portati nella disponibilità del Presidente del Consiglio, in parte per finanziare l’ICI, gli oneri sociali e altro, sottratti a noi e alle altre regioni del mezzogiorno d’Italia. Sottratte ai diritti e affidate alla benevolenza del Presidente del Consiglio, ma ci credo poco a questa benevolenza. C’è da chiedersi come fa il CIPE a destinare 30 milioni di euro solo per la metropolitana di Cagliari che costa molto di più: questi soldi serviranno giusto per pagare chissà quale progettista”.

La chiusura del discorso è stata sul tema dell’insularità, “oggi non più un limite”, ma ancora condizionata dal monopolio Tirrenia, “che abbiamo contrastato. Sarebbe bastato poter fare una gara internazionale per eliminare questo limite” ha sottolineato Renato Soru, paragonando gli oneri che ne avrebbe avuto la Sardegna a “quattro spiccioli, uno specchietto di cristallo contro il tesoro rappresentato dalle risorse che cercano di aggredire” e ricordando infine come la predente giunta di destra, sotto la Presidenza Pili, nulla abbia fatto per evitare che la Sardegna uscisse dall’Obiettivo 1 dell’Unione Europea.


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