Senza dubbio il global warming è il problema del secolo. Tutti siamo mediamente informati sulle cause e gli effetti del riscaldamento, CO, riduzione dei consumi, efficienza energetica, nucleare (grrr!), solarizzazione e altre belle cosette; Libri, documentari, articoli su tutti i giornali e milioni di post nei blog ci hanno informato sul problema.
Venerdì La7 ha trasmesso un documentario, The Cloud Mystery, relativo a nuove ricerche sull'influenza del Sole e dei raggi cosmici nel clima terrestre, attraverso un meccanismo capace di controllare la formazione delle nubi. Una prospettiva interessante, vedo se nei prossimi giorni riesco a pubblicare il video. Su YouTube c'è una versione in iglese sottotitolata danese (credo! e cmq buona visione! eheh).
Ma veniamo alle 5 soluzioni al Global Warming che più mi hanno lasciato perplesso:
1 – Bianco Riflettente
Questa soluzione prevede di aumentare le superfici bianche e riflettenti in modo aumentare l’albedo terrestre. La radiazione solare incidente viene riflessa sotto forma di onde corte, che riescono ad uscire dall’atmosfera senza trasformarsi in onde lunghe (calore) che vengono invece “rimbalzate” verso terra dai gas ad effetto serra. Far uscire la radiazione sotto forma di onde corte aiuterebbe a raffreddare il clima. Dipingere di bianco quanto possibile (tetti, autostrade, vestirsi di bianco (!?), decorare con ciottoli bianchi rotonde, piazze, giardini…) tutto potrebbe aiutare la superficie terrestre a riflettere una maggiore quantità di radiazione solare verso lo spazio esterno. Mah. Ho trovato anche dei pdf con proposte a comuni province e altre amministrazioni per installazioni che utilizzino questa soluzione del bianco riflettente, e ci sono dei documenti di un'interrogazione parlamentare nel quale si recrimina che il protocollo di Kyoto non tenga in considerazione la "riduzione di Co2 determinata da superfici riflettenti".
Il Sito ufficiale: http://www.albedocontrol.it/
Altre fonti : Ecoblog, Repubblica
2 – Navi Salvaclima
Si tratta di navi “spruzzanuvole”: Stephen Salter, dell'Università di Edimburgo, assieme a due colleghi ha progettato vascelli azionati da una tecnologia a motore rotante e robotizzati che durante il tragitto negli oceani spruzzano in aree specifiche minuscole goccioline d'acqua di mare nelle nuvole sovrastanti per 365 giorni all'anno, 24 ore su 24. Le goccioline spruzzate da questa flotta senza equipaggio agirebbero da nuclei di condensazione e dovrebbero far diventare le nubi sopra gli oceani le più chiare possibili. In pratica, le goccioline aumenterebbero la superficie in modo da «far brillare le nuvole» e riflettere più radiazioni del sole nello spazio; in questo modo si contrasterebbe il riscaldamento causato dai combustibili fossili.
Salter è convinto che l'idea possa funzionare. «Sono necessarie 1.200-1.500 navi», ha spiegato il ricercatore. Queste misurerebbero circa 45 metri di lunghezza e peserebbero 300 tonnellate. Stando alle stime di Salter, i costi per questo cosidetto progetto di Geo Engineering, ovvero l'intervento umano nel sistema Terra, sarebbero del tutto modesti. «Per provare la fattibilità tecnica servirebbero circa 5 milioni di euro», ha detto lo scienziato. L'ulteriore sviluppo avrebbe costi attorno ai 20 milioni di euro.
«Dovrebbero essere costruite 50 navi all'anno, che poi sarebbero in azione per 24 ore su 24 per tutto l'anno», ha detto Salter. «Cinquanta navi all'anno basterebbero, secondo i nostri calcoli, per preservare lo status quo. La bellezza di questo sistema», continua Stephen Salter, autore di un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Philosophical Transactions della Royal Society, «è che funziona con vento e acqua marina. Si può applicare localmente, per raffreddare l'Artico o i mari attorno alle barriere coralline. Potremmo addirittura concederci di tornare indietro a una piccola era glaciale. Gli effetti possono essere attivati o interrotti completamente in caso dovesse accadere qualcosa di inaspettato».
L'acqua del mare verrebbe filtrata prima di essere spinta attraverso dischi del diametro di 15 centimeti perforati con un miliardo di buchi minuscoli, in modo da produrre una nebbia di goccioline ognuna più piccola di un micron. Queste gocce sarebbero poi sparate in cielo con ventilatori montati all'interno dei cilindri dei motori: le «navi creanuvola» saranno teleguidate da una centrale operativa. Nel mondo accademico l'idea Salter sembra convincere: «Potrebbe verosimilmente funzionare», ha detto Oliver Wingenter del New Mexico Institute of Mining and Technology di Socorro. Una delle conseguenze di questa forma di Geo Engineering, spiega lo scienziato, potrebbe però essere una diminuzione delle precipitazioni. Anche Salter ammette che, a livello regionale, queste navi fantasma potrebbero effettivamente influenzare il clima in maniera radicale.
Fonti: Corriere, GenitronSviluppo, Euresis, Ecoblog
3 – Alghe cattura CO2
Questa mi piace parecchio... si tratterebbe di “fertilizzare” gli oceani (naturalmente zone circoscritte!) con solfati di ferro. La fertilizzazione stimolerebbe la crescita e il proliferarsi di micro-alghe capaci di intrappolare l'anidride carbonica; le alghe poi sprofonderebbero negli abissi con il loro carico di CO.
Fonti: Wired, Modusvivendi
4 – Geo-Ingegneria, John Holdren
John Holdren (professore di politiche ambientali alla Harvard University), il nuovo consigliere scientifico del presidente Barack Obama, ha dichiarato che il riscaldamento globale è così preoccupante che sono necessarie tecnologie radicalmente nuove per raffreddare l'aria della Terra.
Ma come si potrebbe riuscire a raffreddare l’aria? Lo scienziato ha spiegato che un’opzione estrema sarebbe quella di immettere nell’atmosfera più alta particelle opache che riflettano i raggi del sole; l’amministrazione però ricorrerebbe a una tale misura, ha precisato Holdren, soltanto una volta esaurite tutte le altre. E questo perché, ha avvertito lo scienziato, immettere le particelle nell’aria potrebbe avere gravi effetti collaterali. Tuttavia, nonostante la precisazione, Holdren ha poi affermato che «potremmo essere così disperati
al punto di volere il suo utilizzo». Un’altra idea di geoingegneria sarebbe quella di far ricorso ai cosiddetti alberi artificiali, che aspirino le emissioni di anidride carbonica. Un’opzione, ha continuato Holdren, che all’inizio è apparsa come proibitiva sul fronte dei costi, ma che poi, sottoposta a un altro esame, è sembrata lievemente più conveniente.
Fisico di 65 anni, Holdren non è l'unico a prendere in considerazione in modo serio la geoingegneria, visto che lo stesso parlamento del Regno Unito ne ha parlato recentemente. E la scorsa settimana lo stesso scienziato di Princeton Robert Socolow, ha riferito alla National Academy of Science che la geoingegneria dovrebbe essere un'opzione disponibile, in caso di peggioramento drammatico delle condizioni climatiche.
Intanto la American Meteorological Society sta preparando una bozza per esprimere la sua posizione sul ricorso alla scienza. «È prudente considerare i potenziali della geoingegneria, al fine di comprendere i suoi limiti e per evitare un suo utilizzo avventato».
Fonti: La Stampa, Blitz quotidiano, Naturaforpassion.
5 – UFO (sentivo la necessità di un po di follia a buon mercato)
Questa non è una vera e propria soluzione, ma nelle mie ricerche sono incappato in una notizia interessante e ho pensato di proporla.
Il pazzo è Paul Hellyer, ex ministro della Difesa del Canada, che in un'intervista rilasciata al quotidiano canadese 'Citizen' ha dichiarato: «Bisogna convincere i governi del mondo a dire quello che sanno. Molti di noi ritengono che sappiano molto, e molti di noi sono convinti inoltre che quello che sanno potrebbe bastare a salvare il pianeta». Hellyer ha chiesto ad Ottawa, Washington e agli altri governi occidentali di rendere pubbliche le tecnologie extraterrestri, ottenute e studiate dagli americani dopo il presunto schianto del 1947 a Roswell, nel Nuovo Messico, di un Ufo. Secondo l'ex ministro della Difesa canadese, in quello che si sarebbe giá appreso sulle tecnologie di altre civiltà dello spazio si cela la risposta a tutte le emergenze climatiche mondiali. Non solo, Hellyer ha spiegato che gli extraterrestri avrebbero le tecnologie per eliminare i combustibili fossili nel giro di una sola generazione. Hellyer, che fu ministro durante gli anni '60 nel governo allora guidato da Lester Pearson, sembra molto sensibile al tema ufologico: due anni fa aveva stupito tutti affermando,durante un suo intervento ad un convegno, che gli «Ufo sono reali così come lo sono gli aerei».
Fonti: Corriere, Ottawa Citizen.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!Puoi votare le mie notizie anche in
questa pagina.