Per l'istruzione italiana è un periodo di grandi cambiamenti: è entrata in vigore la riforma Moratti sia nelle università che nelle scuole e gli effetti non sembrano per niente positivi; docenti inadatti all'insegnamento di materie che non conoscevano prima, esami accorpati tanto da diventare accozzaglie di roba difficilmente comprensibili e studenti in grosso stato confusionale. Ma evidentemente non era sembrato sufficiente; il governo, che si era ripromesso tagli di tasse e benessere per ogni individuo, comprese le scimmie, ha approvato nel giugno scorso una riforma che tra le tante cose prevede grossi tagli ai finanziamenti alle università che nel 2013 porteranno a una sottrazione alla formazione delle persone del futuro di ben 500 miliardi di euro... Ciò avrà effetti devastanti: un grosso aumento delle tasse universitarie che comunque non sarà sufficiente a coprire la perdita, a meno che queste non salgano a dismisura, tanto da trasformare gli atenei italiani in università americane, con rette annuali che possono raggiungere i 10000€, cifra che può essere sostenuta solo da nuclei familiari decisamente facoltosi. Molti corsi, se non addirittura intere facoltà, sparirebbero, in quanto gli atenei non riuscirebbero a sostenerne i costi, molti aspiranti docenti possono rinunciare alle loro ambizioni, visto che la legge prevede il blocco dei turn-over, ogni 5 che andranno in pensione ne verrà assunto solo uno.
Come palliativo a tutto ciò viene inserita la possibilità di finanziamenti privati all'università...
immaginate cosa potrebbe succedere! morirebbe la ricerca, in quanto non sarà più di interesse culturale ma avrà uno scopo prettamente economico a vantaggio di chi finanzia, con la cancellazione di settori che generalmente non portano guadagni materiali ma arricchiscono semplicemente la conoscenza di chiunque abbia un minimo di interesse a non restare ignorante...
Di fronte a uno scenario di questo tipo è necessaria la mobilitazione di tutta la comunità studentesca e non solo; ricordo ancora ciò che accadde con l'articolo 18 nel 2002: dobbiamo superare quella mobilitazione, stavolta non dobbiamo essere divisi. Davanti a tutto ciò non esiste destra nè sinistra, nè CL. Siamo tutti studenti, siamo un bene per lo stato e per questo andiamo tutelati. Dobbiamo muoverci e non arrenderci.
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4 commenti:
Azz, quanta gente resterà a spasso...
mi tocca fare il fretta a specializzarmi ed emigrare...!
Sono disperata ... di questo passo non riuscirò mai a far completare gli studi a mia figlia. Economicamente impossibile!
Certo che dobbiamo lottare, come stiamo facendo nelle piazze italiane. Sabato scorso ero a Roma e non riesco neanche a spiegare il fermento che c'era. Il diritto allo studio dobbiamo mantenerlo e difenderlo con unghie e denti. Contro questa squadra di Governo filo-americana tutti uniti continuiamo a farli tremare e a bloccare la nazione e i corsi universitari. Incrociamo le braccia. Saluti da, spero, un futuro dott. in Scienze Giuridiche.
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