sabato 27 marzo 2010

La sostenibile inutilità dell'essere.

S. non se la passava tanto bene. Come al solito. Tra le tante cose che gli frullavano in testa si era convinto di aver finalmente capito qualcosa riguardo l'arte.
Pensieri di S.: “Tutto ciò che a livello sensibile non poteva che essere nebuloso, ovattato e incerto, ora ha una sua logica. Ora so perché ci credevo e perché sentissi quelle cose.”
Era una cartuccia rigenerata. La prepariamo con cura, con professionalità e i migliori materiali raccontava la pubblicità.
Roba da intellettuali un po' fissati, ma ha una gran presa su chiunque. Ma, in generale, alla gente interessa schiacciare qualcosa ed avere un risultato. Ottimo.
Il mondo si allontana rivestendosi di fascino. Che noia...
Non avevo mai visto S. così. L'ho incontrato in un distributore automatico 24h/24 che dormiva, qualche moneta attorno al suo corpo sdraiato, o meglio seduto in terra e schiena al muro. Adoro il suo montgomery. Non può mandarmi a fanculo come fa sempre, è in imbarazzo e se la cava con qualche battuta e una storia contorta; sapeva che non avrei fatto domande.
Prendiamo due birre e parliamo un po'.
Non ci vediamo da un pezzo, ho visto Z. qualche volta e so che non gli fa piacere; per spirito di conservazione non ne parla, non vedo perché dovrei farlo io. “E' un alcolizzato depresso”.
S.:”La verità è che non ci ho mai capito un cazzo, prima di stasera.
La solitudine nel far parte di qualcosa, sentirsi brutti, stupidi e arrapati, incazzati e superiori, giudici, imputati e damigelle,delusi indecisi, noiosi nostalgici depressi. Far parte di qualcosa singolarmente. L'inutilità dell'essere.”
Senza fiatare.
Mi affascina sempre, così rollo una scheggia che tenevo per l'overnight. Ma tutto si perde e mi annoio, S. si annoia.
Andiamo a casa, possiamo ripensarci ancora una volta.

2 commenti:

tizeta ha detto...

ci sono cose che nn capisco, tnto ti kiamo sti giorni

tizeta ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.