Questo il mio resoconto. Ora la cronaca della seduta del consiglio, infuocata da un Renato che somiglia sempre più al miglior Jack La Motta: Soru scatenato...!
CAGLIARI. La mozione di sfiducia contro Ugo Cappellacci è stata respinta dal centrodestra (perché nessuno vuole le elezioni), ma ha comunque provocato un terremoto in Consiglio regionale: nonostante l’esito del voto di 27 «sì» e 44 «no», il governatore, pur esaltando il proprio operato e dicendosi sereno e tranquillo e respingendo le accuse «becere» a proposito dell’inchiesta giudiziaria sull’eolico, ne è uscito più debole e la maggioranza più lacerata proprio alla vigilia della verifica politica.
L’altra notizia è che Renato Soru si è riproposto come leader del centrosinistra. E’ stato lui, con una sapiente gestione dell’aula, ad accendere le polveri al termine di una giornata con pochi spunti di interesse: intervenendo nel dibattito con un discorso critico ma pacato e quasi esprimendo solidarietà al rivale indagato, l’ex presidente ha evitato di essere preso di mira dai leader del centrodestra e dal governatore nelle conclusioni, poi, replicando al suo successore a nome dell’intera opposizione, ha sferrato un cazzotto con un esplicito «j'accuse» su «infiltrazioni» e «contiguità mafiose» a proposito delle frequentazioni di Cappellacci con Flavio Carboni e Raffaele Dell’Utri. Soru aveva messo nel conto che il suo j’accuse avrebbe ricompattato la maggioranza proprio nella parte finale della seduta. E così è stato: forse, però, era quello che voleva visto che, come ha sottolineato egli stesso, non si ricandiderà sino a quando non sarà assolto nel processo Saatchi: pare che occorrano almeno sei mesi e un’eventuale scioglimento anticipato del Consiglio in questa fase lo prenderebbe in contropiede.
(Tutta la brillantezza politica di Ugo Testa di Legno è immortalata in questa foto, ndr). Come mai Cappellacci è uscito più debole da una giornata apparentemente a suo favore? Non per le ragioni giudiziarie, perché, anzi, il centrodestra su questo punto lo ha difeso con convinzione, criticando aspramente i contenuti «giustizialisti» e le «strumentalizzazioni» del centrosinistra. Cappellacci è parso più debole sui temi politici. Intanto perché nel complesso quella della maggioranza nei confronti della sua azione di governo è parsa una difesa d’ufficio: basti pensare che persino dopo l’attacco finale di Soru i big del centrodestra sono dovuti intervenire in difesa del presidente su sua richiesta. Poi perché ci sono stati più distinguo del previsto: i Riformatori hanno ufficialmente minacciato l’appoggio esterno, i dissidenti del Pdl, pur senza calcare la mano, hanno lanciato diversi ultimatum, il Psd’Az ha rimandato il giudizio alla verifica delle riforme sull’indipendenza e solo alla fine, polemizzando con Soru, hanno esplicitamente rimarcato la fiducia a Cappellacci. Così come l’Udc ha posto con forza il tema dell’azzeramento della giunta dei tecnici per fare posto ai politici.
Il momento di difficoltà tra Cappellacci e la maggioranza (compresi diversi settori del Pdl) è emerso e forse si è aggravato. Nel suo intervento, il presidente ha fatto un elenco delle cose fatte in questi primi 17 mesi per rispondere alle critiche della mozione. Sull’inchiesta giudiziaria si è limitato a dire di aver «chiarito tutto» con i magistrati e di aver «bloccato l’eolico sporco», alla minaccia di sciopero generale fatta due giorni fa dal sindacato e ripresa da molti interventi dell’opposizione, ha risposto dicendo che si tratta di un «giusto stimolo» e che ora si avranno «risposte adeguate». Nessun riferimento alla verifica politica e al rafforzamento della giunta, anzi esaltazione degli attuali assessori. La cosa ha turbato i consiglieri del centrodestra, che si aspettavano risposte precise e che proprio durante l’attacco frontale di Soru - replicato subito dopo da altri dell’opposizione con relativa richiesta di dimissioni immediate - hanno lasciato in massa i loro banchi per improvvisate riunioni fuori dall’aula: il clima era pesante. Tanto che lo stesso Cappellacci ha chiesto di sospendere la seduta per qualche minuto. Ed è in questo clima che nel fine settimana dovrebbe iniziare la verifica del rilancio.
Fonte: La Nuova Sardegna
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