martedì 13 luglio 2010

Prendete e mangiatene tutti.

Mi piace immaginare che possa essere stata questa l'esclamazione con cui Bruno Vespa ha invitato i suoi ospiti a tavola, nella illustre cena di qualche giorno fa: "Prendete e mangiatene tutti...", una citazione similcolta considerando le illustri presenze. Che andiamo doverosamente ad elencare: Cesare Geronzi e Mario Draghi, in rappresentanza del potere economico; Silvio Berlusconi e Pierferdy Casini, in rappresentanza del potere politico; il cardinal Tarcisio Bertone, in rappresentanza... di tutti i fedeli cattolici del pianeta, suppongo. E probabilmente a lui sarà piaciuta, questa citazione-invito da parte di Vespa, che era lì in rappresentanza del potere televisivo ma soprattutto perché il luogo in cui si teneva questo banchetto era casa sua (in affitto però, la casa in realtà appartiene a Propaganda Fide dunque, alla fine del giro con rimbalzo, il padrone di casa era Bertone...). L'introduzione da ultima cena non è stato l'unico tratto comune con l'ultima cena vera e propria; va da sé che, dato che si è venuti a conoscenza di questo incontro, tra di loro ci fosse pure un Giuda Iscariota. Chi? Ho dei sospetti ma li tengo per me. Per chiunque abbia l'intenzione di dire che non era una cena segreta, ma soltanto un innocente incontro tra conoscenti, riporto una battuta azzeccata che mi è stata detta in sede privata: se qualcuno, per fare uno scherzo, avesse bussato alla porta gridando "Aprite, polizia!", all'interno dell'abitazione ci sarebbe stato un fuggi-fuggi generale!
Insomma, tutti i poteri forti che tengono in mano il paese (mancano le mafie, direte voi: e secondo voi Berlusconi e Bertone che ci stavano a fare?!) erano riuniti a casa di Bruno Vespa. Giornalista. Qualcosa non torna. La miglior definizione del medesimo insetto venne fuori proprio in questo blog, oltre due anni or sono: in data 23 maggio (era un venerdì) 2008 fu definito, in un post scritto a quattro mani da me e James, "servo di tutti i poteri". La prova la trovate QUI. Insomma, i fatti, non per vantarci, confermano quanto dicemmo allora. E noi confermiamo in ugual misura la punizione da infliggergli: impiccagione per le palle. O catapulta, in alternativa. Ma le analogie con l'ultima cena non sono finite. Consumato l'antipasto, mentre riempiva il bicchiere con del vino bianco per mandar giù il nodo che aveva in gola, anche Berlusconi, tra il serio e il faceto, si è affidato ad una citazione: "Questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi..." ha detto. Geronzi e Draghi l'hanno guardato come se fosse una delle sue solite battute, Vespa, come loro, non l'ha preso sul serio, pensando anzi tra sé e sé che quella battuta sarebbe stata uno dei pezzi forti del suo ennesimo libro prossimamente in uscita. Gli unici a capire che parlava con una sincerità per lui inusuale sono stati Casini e Bertone. Il primo ha tossito imbarazzato, capendo finalmente che Berlusconi non è il vero presidente del consiglio, ma anzi si barcamena facendo del suo meglio per dimostrarsi l'alleato più fedele della Lega in questa sbilenca maggioranza. Bertone ha sorriso, immaginando la sensazione di tenere ancora più stretta nel palmo della mano una delle palle di Silvio (l'altra la stringe in maniera altrettanto vigorosa Bossi); ma non solo, ha sorriso anche perché dotato di grande ironia, come tutti i porporati, del resto. Esempio: in pieno scandalo pedofilia, il papa disse: "I preti sono messaggeri d'amore". Non furono i pochi a pensare che, oltre a trasmettere amore, qualcuno di essi aveva trasmesso pure delle malattie veneree.
Top secret gli argomenti della serata, anche se pare che Berlusconi abbia tentato di imbarcare nella sua maggioranza Casini, forse pensando di non essere già ricattato abbastanza. Pierferdinando, restando fedele alla politica dei due forni, ha risposto con un deciso nì, aggiungendo che per convincerlo non saranno sufficienti 30 denari...



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