venerdì 10 ottobre 2008

L'apolitica.

Cos'è la politica in Italia? O meglio: cosa c'è di politico in Italia? Ammettiamolo: NULLA, a giudicare dal panorama che tutti giorni ci ritroviamo sotto gli occhi. Da una parte abbiamo una destra con tante sfaccettature: si va dalla destra estrema delle camicie verdi, alla destra fuorilegge egregiamente rappresentata da Berlusconi e dal suo Popolo delle Impunità. E dall'altra parte? C'è una sorta di centro-papocchio; c'è Casini, che se non ci fosse non se ne accorgerebbe nessuno. C'è Veltroni col suo centrismo ma-anchista, perchè mi verrebbe difficile definire il Pd un partito di centrosinistra, figuriamoci di sinistra! La sinistra è stata fatta fuori nelle ultime elezioni...
Per rispetto della mia dignità non posso non definirmi apolitico. E per questo motivo mi affido ad un breve filmato, che esprime come meglio non si potrebbe il mio "sentimento" politico. L'autore è un regista viterbese, Michelangelo Gregori. Regista molto apprezzato da noi della Room '67. Nel caso il filmato dovesse piacervi, vi linko in fondo al post il suo sito e pure il blog, in cui potrete trovare maggiori informazioni su Michelangelo, che io non esito a definire "artista".

Gustatevi il filmato:



Ed ecco i link del blog e del sito.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con te su tutta la prima riflessione, ma non su quella di essere apolitico. Secondo me, oggi più che mai, occorre prendere una posizione. Sia di dx o sx ma ocorre prendere una posizione altrimenti gli eventi si susseguono sulle teste dell'indeciso molto rapidamente. Ora, essendo io di sx, socila-comunista filo cubano, ti posso dire un sacco di cose sulla dx e altrettante sulla sx. In Italia purtroppo non c'è sx, neanche Bertinotti si poteva considerare di sx. Ma c'è una dx, presente e manipolatrice. Ecco la necessità di prendere una posizione. Non mi spaventano le persone di dx perchè sono prive di cultura, non sanno argomentare alcuna scelta e decisione, sono solo inclini all'ubbidienza, non hanno idee, ma eseguono. La cultura è di sx. Guarda, ti dico una frase di un giornalista di dx: 'È difficile fare il giornalista di dx. Le persone di sx non ti leggono e le persone di dx non leggono affatto.' Questo riassume il mio pensiero. Occorre prendere una posizione. Anche gli anarchici prendono una posizione, molto presenti nella città da cui scrivo, Torino. Quì è grazie a loro che riusciamo a fare ancora manifestazioni sventolando bandiera rossa perchè, uscendo dal Parlamento, la sx ha paura di parlare, infatti Bertinotti si è dimesso. Ma comunque hanno preso una posizione, magari non politica ma non sono in balia del susseguirsi degli avvanimenti. Secondo me il messaggio mandato, quello di essere apolitici, non è il messaggio giusto. Occorre essere decisi e occorre essere colti. Saluti. Spero non ti sia offeso e di aver motivato bene il mio pensiero.

Matthew ha detto...

Offendermi? Per quale motivo?! Uno scambio di opinioni è sempre ben accetto.

Nel tuo commento hai diviso il post in due parti. La divisone ci può stare, ma queste due parti sono strettamente collegate. Ammettendo che in Italia non c'è nulla di politico, per forza di cose è inevitabile che mi definisca apolitico! Non simpatizzo per le destre, non sento di appartenere a nessuna delle correnti di sinistra, e di stare al centro non ci penso neppure. Cosa resta? L'apolitica, per sottolineare che io non ho nulla a che fare con la gentaglia che governa questo paese, ne condivido il modo di procedere della sinistra-ombra (se ombra del governo o ombra di se stessa ancora non mi è chiaro...). Questa è la mia posizione.
Detesto l'abuso di frasi tipiche che si fa in questo paese, frasi come "la cultura è di sinistra". La cultura dovrebbe prescindere dall'appartenenza politica, la cultura dovrebbe essere universale. "Occorre essere colti", dici tu stesso. Qui son d'accordo. Con la cultura si dovrebbe andare oltre destra o sinistra, oltre le ideologie. E più delle ideologie, in un momento difficile come questo servirebbe il buon senso. Molto buon senso. Ma ne basterebbe un pochino per capire che Berlusconi non solo non dovrebbe essere Presidente del Consiglio, ma dovrebbe stare a km di distanza dal Parlamento. Non dico in galera, ma a far la spola fra le varie aule di tribunale, sì. E con un pò di buon senso sarebbe altrettanto chiaro che Veltroni è poco adatto a ricoprire il ruolo di leader dell'opposizione. Di leader in generale. Soluzioni? Una catastrofe di immani proporzioni. Per spazzare via del tutto la classe "nonpolitica" attuale. E non è detto, comunque, che dopo questa catastrofe le cose vadano meglio...

Anonimo ha detto...

Insisto, non per abuso, ma solo per citazione; la cultura è di sx. Non può prescindere dall'appartenenza politica per i suoi trascorsi, ma soprattutto la cultura non potrà mai andare oltre le ideologie. L'ideologia, nel suo significato, è buon senso. Utopia? Forse, ma rispettabilissima! Neanche io sento di appartenere a questa classe politica, a questa politica. Infatti la contrasto sia a dx che a sx, ammetto, soprattutto a dx per ovvi motivi. Ma non credo che la soluzione sia l'apolitica. E non credo che Berlusconi debba solo fare i km tra le aule, ma dovrebbe essere messo a un po' ai lavori forzati così forse farebbe del bene alla nazione dopo tanti anni di sfacelo.
Si può avere un'ideologia politica ma con buon senso come hai detto anche tu. La parola apolitica non implica un'ideologia politica ed è di questo che ho paura. L'idecisione.

BC. Bruno Carioli ha detto...

Grazie un ottimo suggerimento.

Matthew ha detto...

La pensiamo diversamente. Se la cultura fosse universale, Berlusconi non sarebbe lì dov'è. La parola apolitica non implica un'ideologia. Ma non implica neppure indecisione.

Anonimo ha detto...

che cos'è la cultura?

Anonimo ha detto...

scusate il messaggio era laconico, ma non voleva essere provocatorio; rivolgerei la domanda in particolare a daniele, perché a mio parere possiede un'idea restrittiva di cultura. Faccio un esempio: esiste la "cultura popolare"? esiste la "cultura tradizionale"? sono termini molto usati dalla Cultura di sinistra. Se quelle culture esistono, possiamo riconoscere in esse una forte componente conservatrice o addirittura "reazionaria", come, sempre da sinistra, viene talvolta etichettata? Insomma, se una cultura è conservatrice (per esempio riguardo a ruolo e diritti della donna, o degli omosessuali) può essere chiamata cultura oppure la cultura di sinistra in questo caso ha usato un termine sbagliato?

Anonimo ha detto...

Mi spiego meglio: ho aperto il dizionario e vi dico-Cultura:1.Complesso di cognizioni, tradizioni, procedimenti tecnici, comportamenti e similari, trasmessi e usati sistematicamente, caratteristico di un gruppo sociale, di un popopo o dell'intera umanità. Per antonomasia, complesso delle tradizioni scientifiche, storiche, filosofiche, artistiche, letterarie di un popolo o di un gruppop di popoli. 2.Patrimonio di conoscenze di chi è colto. 3.Mentalità , concezione acquisita.

Detto questo, quello che avete detto voi non è universalmente giusto come quello che ho detto io, non lo è. Io intendevo, con le parole "la cultura è di sx", che molte persone colte sono di sx. Si può fare un elenco straordinariamente lungo di queste, ma non si pùò fare lo stesso con quelle di dx. Non intendevo che le persone colte di sx sono rispettabili e quelle di dx no, anzi, la persona colta è rispettabile comunque, indipendentemente dall'ideologia. Per quantità però la cultura appartine alla sx, cioè, ci sono più persone colte di sx che di dx.

Certo che la cultura non può essere conservatrice, tore, altrimenti smetterebbe di esserlo.

Pensandola in modi diversi gurdate che bella discussione sta venendo fuori, quindi, è giusto pensarla in modi diversi. È giusto non imporre il proprio pensiero ed è giusto rispettare il pensiero altrui pur non condividendolo.

Anonimo ha detto...

daniele, da nessuna delle definizioni del dizionario si deduce che non possa esistere una cultura conservatrice... come sei arrivato a questa conclusione? secondo me quando dici così esprimi più una tua speranza che altro. Fra l'altro, il nostro pianeta è pieno di culture molto conservatrici, anche minacciate dalla nostra cultura ipermodernista... e si tratta di società in cui si fanno delle scelte che per forza sono scelte politiche: ogni scelta di intervento su una comunità è necessariamente politica (compresa quella di dichiararsi apolitici su un blog, beninteso). La politica non è nei palazzi del potere e la cultura non è solo nei libri delle persone sapienti. L'una e l'altra fanno parte del quotidiano di ciascuno di noi

Matthew ha detto...

Sta venendo fuori una bella discussione, sono d'accordo.
La domanda di Tore ha spostato gli equilibri del confronto su questo post. Con "cultura" io non facevo riferimento, come dice il dizionario, al "complesso di tradizioni". Che però va preso in considerazione quando si parla di cultura conservatrice. Che esiste, senza ombra di dubbio.
E ribadisco che dichiararsi apolitici non significa essere indecisi, o disinteressarsi della politica. Il che è impossibile; forse mi piacerebbe farlo, ma non si può. La politica fa parte del quotidiano di tutti. Mi sono dichiarato apolitico per prendere le distanze dalla politica italiana che, ripeto, non è affatto politica. Finchè un corruttore, colluso con la mafia, in conflitto d'interessi perenne, è a capo di un governo, non si può avere politica. Una politica degna di questo nome avrebbe dovuto impedire una cosa simile.

Anonimo ha detto...

Forse c'è stato un errore a monte allora, non è un'accusa sia ben inteso. Ho riaperto il dizionario sul significato di "apolitica" e dice: Estraneo alla politica/Indifferente verso la politica. Credo che l'ottima discussione sia scaturita proprio da questa parola. Adesso, spiegata meglio l'interpretazione personale, mi è più chiaro il concetto che prima non capivo perchè non mi sembri una persona che non s'interessi di politica, anzi. Ma giustamente vuoi prendere le distanze da QUESTA politica. Quindi non mi definirei apolitico, Matthew, è fraintendibile, mi definirei contrariato attivamente o meno su diversi temi di QUESTA politica. Poi, fai tu, ovvio, come ho detto prima, opinione rispettabilissima ma da me non condivisibile.

Forse hai ragione, Tore, la mia è più una speranza perchè credo che la cultura sia sempre in evoluzione e quindi è un po' paradossale dire che sia anche conservatrice. Ma prendo atto, pensandoci, dell'esistenza di culture conservatrici anche se mi rimane difficile accettarle. "L'una e l'altra fanno parte del quotidiano di ciascuno di noi", su questa frase però ti dico che probabilmente anche tu hai una speranza, cioè che faccia parte di ciascuno di noi, altrimenti, tore, non saremmo a questi livelli delinquenziali in un Governo. Purtroppo la cultura e la politica non fanno parte del quotidiano di tutti, ma di pochi. Si tende sempre a prendere le distanze dai libri e dai giornali pensando che la realtà non sia reale, mentre si dedica una quantità di tempo enorme nei confronti di cose stupide e blande, non impegnative.Nel quotidiano di tutti c'è L'Iasola dei Famosi, Il Grande Fratello, e molti altri programmi cazzuti che ci propinano per lobotomizzarci. Purtroppo stanno ottenendo il risultato. Ecc...!

Matthew ha detto...

Come ho già detto in uno dei commenti precedenti, le due parti del post sono strettamente collegate. Apolitico: estraneo alla politica. Estraneo al tipo di politica che si fa in Italia. Preferisco definirmi così, estraneo, piuttosto che contrariato attivamente. Tu lo sei, e ciò è senz'altro positivo. Lo ammetto, è una posizione migliore rispetto a quella che ho preso io. Detto ciò, sarebbe interessante conoscere l'opinione dell'autore del filmato. Non per spiegare il "significato" della sua opera (è una cosa sgradevole da chiedere ad un artista), ma per esporre il suo punto di vista su ciò di cui abbiamo discusso e che è nato in qualche modo da un qualcosa che lui ha espresso. Chissà però che fine avrà fatto...!

Anonimo ha detto...

Daniele, la mia non è una speranza, io sono convinto che la politica faccia necessariamente parte di ciascuno di noi in quanto esseri sociali, e che la politica sia dappertutto. Non credo affatto che certi programmi televisivi tengano la gente lontana dalla politica. Credo piuttosto che quella sia una politica, e che sia politica la scelta di ogni spettatore di affidare o meno la sua quotidianità ai palinsesti televisivi (oltre che, ovviamente, politica la scelta di diffondere a tappeto un certo genere di programmi). Insomma, è politica anche la scelta di lasciarsi lobotomizzare, per dirla come te, perché il "potere" è solo la punta dell'iceberg della politica. Il video di Michelangelo Gregori personalmente lo trovo ingenuo e in fondo pienamente allineato con la logica del "sono tutti uguali, affanculo, si salvi chi può" che imperversa in Italia e che è alimentata dalla classe che è al potere

Anonimo ha detto...

Infatti, tore, non posso che darti nuovamente ragione. Ma quanti si rendono realmente conto che questa è politica, quanti riesco a farsi la domanda -Ma perchè trasmettono solo cagate in tv-? Io a questo mi riferivo, non al fatto che non è politica, tutto è politica, ma quanti lo sanno, quanti hanno preso coscienza di questo? Quanti hanno l'intelligenza per rendersi conto che Maria De Filippi nelle sue, per me stupide, trasmissioni fa politica? Forse, come ben sai, l'itliano va istruito e accompagnato nella scelta altrimenti si rischia che segua il gregge. Così è stato, così sarà. Il video all'inizioo mi ha fatto accapponare la pelle perchè inizia col saluto fascista, poi è migliorato ma non lo capivo, la fine è stata decisamente chiara. Anch'io penso che utilizzare la frase di uso comune "sono tutti uguali" e non fare mai un cazzo, scusa la parola, sia deleterio per il popolo italiano ma, forse, anche per questo siamo qua a parlare, tore, perchè vogliamo cambiare qualcosa. Perchè vogliamo renderci partecipi di questo cambiamento che arriverà, ne sono consapevole. Vedi, secondo me, c'è chi prende coscienza prima del problema e chi dopo. Noi siamo qua cercando di convolgere.

Anonimo ha detto...

mah, se non altro dalla discussione è emerso che il termine "politica", per come viene utilizzato di solito, non si riferisce alla politica. Io non sono d'accordo che si chiami "apolitico" chi non crede in certe istituzioni, o in un certo modo di esercitare il potere, o anche nel potere in sé, o nelle ideologie, ecc. Sono tutti concetti diversi. Poi è normale che chi si autodefinisce così faccia un po' di casino e ritenga che sia un gesto forte quello che viene usato nel video per dire di averne le palle piene. Purtroppo invece nemmeno la goliardia è apolitica...