lunedì 1 marzo 2010

Con te. Forse.

Chi di coglioni ferisce, di coglioni perisce, verrebbe da dire. Nel 2006 Silvio Berlusconi dichiarò che avrebbe vinto le elezioni perché il suo elettorato non era composto da testicoli, diciamo così; però è altrettanto risaputo che ama circondarsene (in ambito politico, naturalmente) e i risultati si sono visti, si vedono e purtroppo si vedranno. Si infiamma la polemica per la questione "liste" nelle elezioni regionali del Lazio. La lista del Pdl non sarebbe stata presentata in tempo utile da tale Alfredo Milione (guarda che rima curiosa...!). Motivo? Non si sa. Pare che il Pd e i radicali abbiano allestito un percorso ad ostacoli davanti e dentro il tribunale per impedire all'incaricato del Pdl di consegnare le liste. Qualcuno addirittura ha azzardato che si trattasse di un percorso minato, creato con la complicità di alcuni magistrati talebani. Sospetti anche sull'Udc, che secondo alcuni avrebbe assoldato una lavoratrice da strada per intrattenere il Milione in modo da impedirgli di svolgere il suo onesto lavoro. Non c'è tempo però per recriminare, bisogna intervenire. Berlusconi dopo aver accusato le opposizioni, insultato i magistrati, scaricato la colpa su An, vorrebbe intervenire con una legge ad Milionem (alcuni già la chiamano ad Minchionem...). Però non ha detto che la consegna delle liste non è arrivata in tempo per colpa sua, che ha imposto cambiamenti dell'ultima ora. Il limite per la consegna erano le 12 di sabato scorso, ma alle 10:45 lui s'imbatteva in una liceale diciassettenne che aveva marinato la scuola. Dopo averla corteggiata con barzellette argute, splendide composizioni floreali e cioccolatini, ha deciso di fare il primo passo. Constatato immediatamente che l'arte della seduzione è molto più complicata di quanto vorrebbe far credere, ha optato per la soluzione standard, che tanti frutti gli ha dato in questi anni. E così la ragazzetta si è trovata, forse anche a sua insaputa, candidata nel Lazio. Questa modifica però ha comportato un ritardo, un ritardo fatale. Il ricorso è già stato respinto, e giù altre accuse, stavolta ad Alemanno. Ormai le carte da giocare sono pochissime, una di queste è Napolitano. Silvio però è riluttante, sa che Napolitano è un presidente della Repubblica di estrazione comunista, così come lo sono stati Scalfaro, Ciampi e soprattutto Cossiga. Conosce già la risposta che darà Napolitano, non vuole chiedere il suo intervento ma è costretto a farlo, per cercare di rimediare a questa figuraccia da "elettorato di sinistra". E proprio qui sta il paradosso: per non fare la figura del coglione, Silvio deve rivolgersi ad uno definito proprio così da lui. Decide di tentare un colpo dei suoi: "Non vogliono farvi votare!", dice rivolgendosi al suo elettorato. "Nooooooo!" La risposta dei suoi. Niente da fare, bisogna andare da Napolitano.

Nota ufficiale di risposta del Quirinale: "La preoccupazione di una piena rappresentanza, nella competizione elettorale regionale in Lazio come dovunque, delle forze politiche che intendono concorrervi, non può che essere compresa e condivisa dal Presidente della Repubblica". Ma, conclude il Colle, "spetta solo alle competenti sedi giudiziarie la verifica del rispetto delle condizioni e procedure previste dalla legge".
Ma qualcuno ha già diffuso la nota di risposta non ufficiale:



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2 commenti:

tizeta ha detto...

ahahah!bel post...tra l altro il sig. mi(nch)lione pare non esser nuovo a questo tipo di ritardi...x quanto letto su repubblica stamattina,accadde un episodio analogo proprio nel 2006,salvo ripensamento mattutino e lieto fine della storia...non come stavolta a quanto pare...

Matthew ha detto...

BOCCIATA LA LISTA POLVERINI -

Dopo quella del Pdl resta fuori anche la lista di Renata Polverini. Si profila un vero e proprio disastro politico-organizzativo quello del centrodestra alle prese con le Regionali del Lazio. Il listino della sindacalista, mancante di una della firma di uno dei rappresentanti di lista, non sarebbe stato ammesso alle elezioni regionali dall'ufficio centrale elettorale della Corte d'Appello. La lista, invece, sarebbe stata bocciata avendo un simbolo troppo simile a quello di Fabio Polverini, candidato di una lista collegata a Forza Nuova di Roberto Fiore. Mentre la lista di Renata Polverini ha un simbolo rosso con il tricolore sotto, quello di Fabio Polverini ha la scritta Fabio in rosso e Polverini in bianco con la dicitura candidato per la regione Lazio. La lista con la candidatura di Fabio Polverini è stata presentata prima.