lunedì 19 luglio 2010

Inchiesta Eolico: sbugiardato Cappellacci.

Dopo l'interrogatorio di 6 ore dello scorso venerdì, una cosa si può affermare con assoluta certezza: Cappellacci mente. Sapendo di mentire? Questo non lo so, per quanto mi riguarda è già tanto se è cosciente di avere cinque dita in ogni mano (Ugo, il totale è dieci... ok?). Analizziamo le sue dichiarazioni post interrogatorio, confrontandole poi con i FATTI, che comunque la si voglia girare, di dritto o di rovescio, contano sempre più delle parole. Nelle dichiarazioni rilasciate al Corsera, Cappellacci ha dichiarato:
1) "Sono stato un babbeo, ma solo al principio!": mezza verità. La parte corretta è la prima, la seconda direi di no. Lo smentiscono le intercettazioni. Verdini chiama Cappellacci con un'utenza telefonica intestata al Credito Cooperativo Fiorentino Campi Bisenzio; in quel momento Verdini è in compagnia di Flavio Carboni, esemplare della specie "homo faccendieris", con le mani talmente ficcate nella marmellata da non sapere più dove finiscono le mani e dove inizia la marmellata (infatti la telefonata la fa Verdini perchè Carboni non può tenere il cellulare in mano). Una volta in contatto con Cappellacci, Verdini lo mette in comunicazione con Carboni. Cappellacci esordisce: "Grande amico mio, come stai?"... Non mi sembra proprio la frase di un babbeo sprovveduto che non sa con chi sta parlando. Anzi, sembra l'approccio fra due amiconi, e infatti l'argomento della telefonata è presto affrontato: "una bella battaglia per la Sardegna". Anche questo, presto detto: l'assegnazione degli appalti per l'eolico.

2) (Riguardo al suo essere babbeo) "Quanto devo scontare per questo? Mi diano qualche giorno per dabbenaggine!": qualche giorno per dabbenaggine, d'accordo, ma poi c'è la pena per il reato di abuso d'ufficio, che andremo a vedere tra poco.

3) "La verità è che sono stato troppo educato e cortese, ne sono pentito.": altra falsità. Non è stato nè troppo educato, nè troppo cortese. Nè, naturalmente, pentito. Faceva semplicemente ciò che per cui si trovava lì: gli intrallazzi che riguardano l'eolico non sono nati dal nulla, di punto in bianco. Era una trama ben organizzata, che prevedeva un governatore/presidente di regione "amico", in modo da metterlo in contatto con gli "amici degli amici". Il suo compito? Semplicissimo, talmente semplice che avrebbe potuto eseguirlo pure un macaco rincoglionito... E infatti a Verdini non sarà parso vero di ritrovarsi Cappellacci governatore della Sardegna! Non c'era nemmeno bisogno che oliasse gli ingranaggi, era già tutto predisposto, lui doveva soltanto eseguire ciò che gli veniva ordinato. E veniamo al punto 4, quello decisivo.

4) "Non c'è un solo atto che io abbia fatto contro la legge": niente di più FALSO! Carboni, dagli uffici del gran cerimoniere di Cosa Nostra Marcello Dell'Utri, chiama Verdini. Un simposio di delinquenza allo stato puro!! E dice: "Oh Denis, caro scusami che non ti riconoscevo (? ndr), sto salendo qui da Marcello. Mi è stata comunicata una cosa importantissima e volevamo chiamarti con Marcello adesso, e cioè che il Farris (Ignazio, capo dell'Arpa), che l'hanno dato per nominato, intanto non è stata pubblicata da nessuna parte la sua nomina. Non sa cosa fare questo poveraccio e si sente preso in giro da tutta la Sardegna. Ma è mai possibile una cosa del genere? Sarebbe francamente un insulto, e poi te l'immagini che figura facciamo tutti? Ecco, ti è possibile chiamare il nostro Ugo (il macaco di cui sopra, ndr) per sapere...?". Verdini rassicura: "Sì, lo chiamo subito". Verdini chiama Cappellacci, che a sua volta telefona a Carboni (sono stato babbeo ma soltanto all'inizio, ricordate...?) e tranquillizza: "Tutto a posto. Il provvedimento ha efficacia dal primo settembre (2009, ndr)". Tutto molto chiaro: Ignazio Farris è l'uomo chiave alla presidenza dell'Arpa per avviare i loschi affari dell'eolico. E in questo frangente Ugo Cappellacci viola la legge: la nomina di Farris sarebbe dovuta avvenire, secondo la LEGGE, mediante una "procedura a evidenza pubblica", invece, uditeudite, è stato nominato per chiamata diretta del governatore Cappellacci.

Ce n'è a sufficienza per rassegnare DIMISSIONI IMMEDIATE.



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2 commenti:

Tore ha detto...

dimissioni immediate però SUBITO (è opportuno chiarirgli bene il concetto)

Matthew ha detto...

Precisazione indubbiamente doverosa!