giovedì 12 giugno 2008

Quell'irresistibile fascino del Cavaliere.


Dopo aver ospitato un articolo di Curzio Maltese, tocca ora ad un altro lucido pensatore (uno dei pochi rimasti in Italia): Corrado Augias. Quest'articolo è stato pubblicato su Repubblica di sabato 7 giugno (mi scuso per il ritardo), in risposta ad un lettore.

La spiegazione semplice del perchè Berlusconi piaccia in modo esagerato è che, com'è già stato detto, incarna la figura archetipica dell'arci-italiano, un Alberto Sordi potenziato e ancora più completo, repertorio vivente dei difetti e dei tic nazionali. Piacente, spregiudicato, gran bugiardo, più precisamente bugiardo non solo per ragioni politiche (quello lo sono tutti), bensì quel particolare tipo di bugiardo che è il primo a credere alle sue menzogne e risulta quindi molto convincente quando le dice.
Un uomo che ha accumulato una smisurata ricchezza in modi spesso oscuri, soprattutto all'inizio, e in seguito facendo lo slalom intorno a leggi e regolamenti. L'unico uomo di stato al mondo che ha portato in parlamento i suoi avvocati perchè scrivano le leggi che più possono giovare alla sua ingarbugliata situazione giudiziaria dalla quale però riesce sempre a scampare, si tratti di prescrizione del reato o del fatto che nel frattempo il reato è sparito dal codice. Accanito corteggiatore di donne però stabilmente sposato (ufficialmente, almeno), rispettoso cattolico però divorziato, imperterrito narratore di barzellette scollacciate, oratore in genere prolisso con un linguaggio o corrosivo o ampolloso, dichiaratore a getto continuo.
Un uomo così deve per forza piacere in un paese come il nostro, dove incarna una delle maschere preferite: l'adorabile canaglia. Attenzione però, tutto questo valeva fino alla fine di marzo. Dopo le elezioni la sua personalità s'è trasformata: parla e sorride meno, s'è fatto serio, grave, esibisce il peso del governo, non dice più peste e corna degli avversari, anzi li blandisce, talvolta li elogia. Dicono che sia perchè vuole salire al Quirinale. E' verosimile. La mia idea è che lo faccia anche perchè, più disinvolto di Zelig, si diverte come un matto in questa ennesima incarnazione. E ha anche scoperto che gli conviene più della precedente.

Non mi sembra che il buon Augias dica cose non vere o faziose. Quest'articolo potrebbe riassumere benissimo la biografia del nostro Presidentissimo su wikipedia! Aaah quanto vorrei vedere Corrado Augias al posto di Bruno Vespa, la sera...

4 commenti:

BC. Bruno Carioli ha detto...

Mi iscrivo al Partito, "Augias al posto di Vespa".
Complimenti per il post.

James ha detto...

Augias uomo pensante, riesce a parlare di qualsiasi argomento con quel suo tono colloquiale, rilassato, che è un vero piacere ascoltare.

Anonimo ha detto...

sottoscrivo!

francesco_32 ha detto...

Sabato, 14 Giugno 2008
berlusconi e la personalità psicopatica del “come se”

La personalità come se è uno dei quadri pscipatologici descritti nell’ultimi 15 anni e molto si adegua ai nostri politic e in particolare uno:Sivlvio Berlusconi…

“Le personalità come se ” sono caratterizzate da una vacuità dei loro

rapporti con sè stessi e con gli altri: moralità, ideali, fedi religiose, non sono

per loro che fenomeni ombra.

Essi sono pronti a fare qualsiasi cosa, buona o cattiva, di solito

finiscono per unirsi o contribuire a formare gruppi sociali, etici o religiosi, al

fine di dare una sostanza ed una copertura alle loro esistenze-ombra.

Se ti relazioni a loro, c’è sempre la fredda e sgradevole sensazione di

una volgarità, di un cinismo, ed una sporcizia di fondo quasi ontologiche, si

ha la sensazione che manchi sempre qualcosa .

Un’appartenenza anche di vecchia data ad un’organizzazione può

essere abbandonata a favore di un’altra con caratteristiche opposte, senza

alcuna modificazione di stato d’animo; e ciò non è assolutamente solo

riferibile al mondo politico purtroppo!

Non c’è bisogno che abbia luogo nessuna delusione, nessuna

esperienza interiormente vissuta, ma semplicemente una brusca

modificazione dell’ambiente e dei gruppi di persone frequentate dal

soggetto.

Essi sono spesso egocentrici e nemici della introspezione; cambiare

schieramento politico, culturale, ideologico, religioso, può non comportare

lotte interiori; qualunque cosa accada si deve galleggiare e rimanere in piedi,

a qualunque costo.

E’ necessario per loro non interiorizzare i problemi in un modo sano, ci

si deve sempre comportare ” come se “; il comportamento è camaleontico.

Nel nostro tempo è diffuso eludere la verità, sia a livello individuale,

che gruppale, istituzionale e politico attraverso l’uso di sistemi difensivi che

operano a livello intrapsichico, transpersonale, sociopolitico, istituzionale.


E’ ormai una micropatologia sociale, è grazie a questa malafede

diffusa che tante persone, negli ambiti più vari e differenti, possono entrare

in collusione con gli aspetti deteriori del vivere civile, della politica,

contaminare persino la fede e la religione: corruzione, degradazione di

strutture istituzionali, clientelismo, assenteismo, evasione fiscale.

Grazie a piccole scissioni all’interno dell’io, nessun gruppo ideoaffettivo

viene rimosso: ciò che viene eliminato sono i nessi, i legami

associativi tra diversi contesti.

Di conseguenza aspetti potenzialmente contraddittori di sè, possono

convivere senza entrare in conflitto: parti oneste e parti disoneste, si

alternano sulla scena della coscienza, senza determinare necessità di scelte

e senza comportare nè sensi di colpa nè vergogna.

E’ un compromesso con la propria integrità, una mancanza di

sincerità e credibilità a livello singolo e collettivo, una zona grigia tra

normalità, adattamento e perversione.

I soggetti per evitare di soffrire, ( ed i nostri contesti rimuovono realtà

come la sofferenza, il limite, la morte e ciò è male), senza necessariamente

doversi contrapporre e differenziarsi, utilizzano sistemi superficiali di

consenso, evitando il conflitto, la colpa e soprattuto la fatica di pensare.

Tutto così diventa virtuale, spettacolare, mediatico, si eliminano

complessità, profondità, interiorità.

Queste forme serpeggianti di non integrazione di personalità stanno

diventando la costante del disagio delle nostre comunità.

Alla base c’è, tra l’altro, una fragilità della struttura psichica, in

particolare una debolezza superegoica con assenza o riduzione di senso di

colpa maturo, che prevede il rendersi conto delle responsabilità verso gli

altri, la capacità di scegliere, ed il compito di proteggere le cose buone

dentro e fuori di sè.

Oggi và letto e compreso il disagio ed il malessere di società e

comunità aperte che vivono in uno stato di crisi cronica, non clamorosa, ma

potenzialmente distruttiva.

Il buono ed il cattivo non sono più identificabili facilmente, non solo a

livello personale ma anche a livello collettivo e sociale; che futuro ci può

essere così?……..



tratto da uno scritto di Ignazio Grattagliano su politica e azione sociale


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