venerdì 8 agosto 2008

L'abisso che separa i politici dalla vita vera.

Per la seconda volta abbiamo l'onore di ospitare nel nostro blog un articolo di Curzio Maltese, pubblicato sul Venerdì di Repubblica di oggi. Leggiamo.

Vista da lontano, l'estate italiana è la replica di una replica. Un saldo di fondi di magazzino. Il governo Berlusconi è semplicemente la replica più stanca e incattivita dei precedenti del 1994 e del 2001. Per la par condicio, bisogna ammettere che anche il Prodi del 2006 era la pallida imitazione del precedente.
Comunque oggi si assiste da spettatori alla stessa ossessione contro la magistratura del premier, alle solite gaffe di Scajola, alle eterne trovate di Tremonti, al ritorno del manganello in piazza, all'identica impressione di una spaventosa inadeguatezza dell'esecutivo a gestire i grandi temi dell'economia. Manca la dichiarazione d'intenti di convivenza con la mafia, forse già implicita. Tutto uguale, ma un pò peggio. L'opposizione è sempre debole, però più confusa e divisa. Si ritrova sempre al bar di piazza Navona per litigare, ma i piccoli movimenti di oggi sono la riedizione kitsch e minoritaria dei grandi movimenti di prima. La paura è che arrivi da fuori qualcosa a rompere l'incatesimo autarchico del Paese dei balocchi. Sette anni fa fu l'11 settembre. Nel prossimo autunno il rischio è un 11 settembre dell'economia. Una spirale di inflazione e recessione, crisi alimentare, calo dei consumi e rialzo dei mutui per la casa. A quel punto che cosa può succedere?
Il governo Berlusconi, con le sue vallette e i suoi valletti, non sembra in grado di elaborare, non si dice un piano economico, ma nemmeno una tabellina. Il guaio è che neppure l'opposizione è in grado di reagire. Le due o tre opposizioni parlamentari non esprimono tutte insieme uno straccio di pensiero in economia. I sindacati sono talmente allo sbando da essere già andati in tilt sulla sola vicenda Alitalia, tutto sommato di modeste dimensioni. L'opposizione radicale, extraparlamentare, è occupata a ricontare i voti congressuali o gli accessi ai siti internet.
Si sta creando un abisso fra un popolo che si chiede ogni giorno come arrivare alla fine del mese e una classe dirigente troppo incapace, ideologica, furba e in definitiva troppo vecchia per accorgersi dei problemi reali di oggi. C'è una distanza crescente fra chi può permettersi il lusso di trascorrere la giornata a discutere di sciocchezze e chi non ha più tempo da perdere perchè deve sopravvivvere. Ma il vuoto in politica dura poco. Arriveranno qualcosa e qualcuno a colmarlo. Quando tutto sembra immobile, allora avvengono i grandi ribaltoni.

Bell'articolo, Curzio Maltese merita sempre di essere letto. Un appunto giusto nel finale: "il vuoto in politica dura poco". In Italia non mi pare proprio che sia così. Aspettiamo 'sto grande ribaltone sperando che le cose non peggiorino. E' difficile lo so, ma non impossibile...



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3 commenti:

James ha detto...

Sinceramente credo che anche quest'articolo sia una replica di una replica. Un po' di verità storiche recenti infarcite con un pizzico di quel "catastrofismo" (orribile!) caro sia a dx che sx quando si sta all'opposizione.
Sull'inadeguatezza non c'è nulla da dire, io credo sia la classe politica attuale inadeguata.
Una riflessione sul vuoto politico: ha senso proporre ancora questo modello (e in questi termini) in un mondo post ideologizzato? Non credo che questa classe dirigente sia realmente ideologica (sicuramente furba e incapace) come scrive Maltese... in un vuoto ideologico (perché secondo me in questo stiamo) l'unica cosa che conta è la furbizia e i "tecnicismi"; se qualcosa di catastrofico dovesse accadere credo che quel qualcosa o qualcuno porterà ben poco di ideologico, o se volete, politico.

icynose ha detto...

Un bravo cronista, sicuramente. Un bravo scrittore, assolutamente no. Come cronista, categoria di cui siamo pieni, nei media come nella politica e nell'industria, riporta molto fedelmente, succintamente e chiaramente la lista dei fatti le famose 4W del giornalismo (4C in italia), ma come scrittore siamo alla disperazione. Ciò che poteva fare, avendo la perfetta formula chimica del guaio italiano era proporre un'idea, una soluzione, una visuale diversa, un punto di vista alternativo. Così è come quando Hemingway riscriveva lo stesso libro con titoli e ambientazioni diverse, per mancanza di personalità, mancanza di coraggio nel proporre nuove idee, nuove apocalissi, anche Orwell lo fece. In italia non siamo carenti di classe dirigente, purtroppo ce n'è a iosa di bravi comandanti, non vogliamo ammetterlo perchè, umanamente i bravi comandanti comandano e stanno sul cazzo ai comandati. Lo scoglio più insidioso sul quale vanno a fracassare le legislature, ogni volta, è quello della critica sterile ed inutile, della mancanza di una classe creativa, quella che diede la spinta del "new deal" in america negli anni '30. Non ci sono idee in italia, e se qualche squinternato ci si prova viene tritato dai soloni come questo maltese che finche riesce a campare bene ripetendo un compitino noioso ed, aggiungo, irritante nella sua inutilità, non forza il suo cervellino a pensare qualcosa di nuovo. UN pensiero nuovo potrebbe essere questo: Se è vero che il dolore è la musa della passione, perchè non li facciamo soffrire un pò questi scribacchini, smettendo di leggerli?

James ha detto...

http://labaia.org/blog/123

vorrei segnalare questo, data un'occhiata, specie ai commenti.